Politica
28 Agosto 2015
Dopo il richiamo della Ue, Api e Cia presentano la raccolta firme per chiedere maggiore equità

Pensioni minime: una battaglia di civiltà

di Ruggero Veronese | 3 min

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unnamed (4)In Italia 2,2 milioni di persone ricevono pensioni inferiori ai 500 euro al mese e, in mancanza di altri introiti, vivono al di sotto della soglia di povertà assoluta. A sottolineare il problema non sono solo sindacati, associazioni e normali cittadini, ma anche la Comunità Europea, che nel rapporto per i diritti sociali sull’anno 2013 ha richiamato il nostro paese affinché garantisca un trattamento più equo per chi raggiunge l’agognata pensione. Un monito che – in attesa di riscontri dalla politica – ha dato una spinta decisiva all’Associazione Nazionale Pensionati (Api) e alla Confederazione Italiana Agricoltori (Cia), che negli ultimi mesi hanno fatto partire una grande raccolta firme per chiedere al governo Renzi una serie di provvedimenti economici per innalzare il sempre più debole potere d’acquisto dei pensionati, crollato del 30% in meno di dieci anni.

A presentare l’iniziativa sul territorio provinciale sono i presidenti delle sezioni locali di Api e Cia, Rolando Tuffanelli e Stefano Calderoni, assieme al presidente nazionale di Api Valter Manfredi. La presenza della confederazione agricola in questa battaglia si spiega facilmente, dal momento che proprio gli ex lavoratori del settore primario godono – se così si può dire – di trattamenti pensionistici ridotti all’osso, al punto che più del 65% non raggiunge i 750 euro al mese. “Sono pensioni che non consentono di vivere una vita dignitosa – afferma Calderoni -, e se a questo aggiungiamo i tagli alla sanità e al welfare in corso, il cerchio si chiude”. La combinazione tra riduzione del potere d’acquisto e taglio ai servizi (circa 10 miliardi in tre anni) può infatti generare un vero e proprio circolo vizioso, con un maggior numero di servizi a pagamento proprio quando i cittadini hanno meno soldi da spendere.

Tutti motivi per cui, secondo Calderoni, la raccolta firme di Api e Cia “più che una campagna politica rappresenta una battaglia di civiltà”. In provincia sono state raccolte circa 2.500 firme, soprattutto ad Argenta, Comacchio, Ferrara, Copparo, Bondeno, Poggio Renatico e Fiscaglia, e i banchetti saranno presenti anche in settembre e ottobre. L’obiettivo è presentare la proposta al governo entro novembre, in modo da poter essere studiata e inserita nella prossima legge di stabilità.

Ma quali sono precisamente le richieste delle associazioni? Si parte dall’estensione del bonus degli 80 euro a tutti i pensionati che percepiscono meno di mille euro al mese, oltre all’ampliamento della no-tax area, un minor drenaggio fiscale, risorse per la non autosufficienza degli anziani e una riorganizzazione complessiva della sanità che garantisca i servizi essenziali alle zone rurali. “Non è un problema che riguarda solo gli agricoltori – afferma Manfredi -, ma anche i piccoli artigiani e commercianti che vivono con la pensione minima. Chiediamo allo Stato di rivedere tutto il discorso dei tagli: il tema della sanità rischia di mettere in difficoltà migliaia di famiglie”.

 

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