Politica
25 Agosto 2015
Tagliani conferma la fiducia nell'assessora, nonostante "inviti a prendere le distanze giunti anche dal Pd"

Tagliani: “Non chiederò le dimissioni della Sapigni”

di Daniele Oppo | 4 min

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IMG_20150824_143348192Tiziano Tagliani non ci pensa neppure a chiedere le dimissioni dell’assessore alle Politiche sociali Chiara Sapigni, “anzi la ringrazierò perché con il suo lavoro ci consente di passeggiare tranquilli in città, anche se ci sono dei problemi”. Una presa di posizione che anticipa già la risposta che verrà data alle opposizioni che chiedono la testa dell’assessora e adottata nonostante “alcuni anche del mio partito, mi abbiano chiesto di prendere le distanze”.

Il sindaco, dopo che i rilievi dell’Autorità anticorruzione hanno portato la Giunta a revocare in autotutela l’affidamento diretto a Camelot dei progetti Spar relativi all’accoglienza di un totale di 88 migranti, rigetta le accuse di mancata trasparenza arrivate soprattutto in alcuni editoriali de La Nuova Ferrara e Resto del Carlino. Sul piatto ci sarebbe stata una mancanza di trasparenza per la supposta mancata pubblicazione delle delibere che avevano come oggetto la revoca dell’affidamento diretto e l’ok a una nuova gara aperta. In realtà – come sottolineato con forza anche da Tagliani – le delibere sono state pubblicate regolarmente nell’albo pretorio del Comune nei tempi previsti. L’unica particolarità – pur di rilievo – è che quella del 7 agosto – in cui veniva decisa la revoca del progetto dalle mani di Camelot – non è stata inserita nel resoconto delle principali delibere di giunta consegnato alla stampa: “Non compare nei resoconti per la stampa – spiega il sindaco – ma non è stata nascosta o sottratta al pubblico, era un dovere di trasparenza”.

Una decisione, quest’ultima, di cui si prende tutte le responsabilità la stessa Sapigni: “Ho deciso io di non divulgarla subito alla stampa con l’intenzione di dare un messaggio più chiaro una volta definiti i criteri del bando”. La paura era quella che trapelasse un messaggio che il Comune non vuole dare: “Dare l’impressione che il sindaco ha capito l’antifona e chiude la partita profughi – spiega Tagliani -. L’intenzione era fare una comunicazione insieme al nuovo bando, ma magari potevamo essere più previdenti”.

Tagliani entra nel merito tecnico dei rilievi dell’Anac che, chiarisce, “interpreta solo la legge e non legifera, quindi quell’affidamento è ancora legale secondo le disposizioni vigenti”. I problemi sono di altro tenore. La deliberazione Anac del 2012 (la numero 25) “era rivolta ad altri Comuni ben più grossi di Ferrara, non a noi, e non è un caso che poi sia uscita una delibera successiva (la 7/2014, specifica per i progetti Spar e indirizzata a comune del ragusano ndr)”. In pratica, il Comune non poteva conoscere provvedimenti riferiti ad altre amministrazioni, poi, una volta arrivati i rilievi “ci siamo messi a studiare”. E, nello studio, il Comune ha usato proprio la deliberazione del 2012 per giustificare il proprio operato, ma l’Anac ha ribadito che già allora la propria interpretazione in materia di affidamenti era differente a quella adottata dal Comune di Ferrara, con delle controdeduzioni piuttosto pesanti. “D’altronde – osserva il sindaco – non ci sono ricorsi pendenti e l’Anac non ha impugnato l’affidamento, tutto è perfettamente legittimo”. Ci sarebbe poi una questione di tempi a spiegare gli affidamenti diretti al posto delle gare: “la ristrettezza di tempi, i 45 giorni indicati dai bandi nazionali nazionali”.

Si ritorna poi al piano politico: “Questo tema e portato avanti per aprire un cuneo nella maggioranza e nella giunta”, sostiene Tagliani. “Questa è una città civile che si può permettere di organizzare il Buskers Festival e altri eventi anche con la presenza di immigrati. I problemi ci sono, non è che non lo sappiamo, e con decine di migliaia di morti ogni giorno e persone che vorrebbero lasciarli lì noi siamo convinti che dobbiamo fare il nostro lavoro, la nostra piccola parte di dovere”.

I toni si fanno infine storici e morali: “Stiamo una di quelle emergenze internazionali che periodicamente si verificano nel mondo e a Ferrara ci prendiamo il nostro piccolo pezzo di responsabilità che però è grande per la città: non è semplice accogliere 400 migranti, ma credo che sia giusto in questo momento, e il dato storico sarà che Ferrara e i suoi cittadini avranno fatto la loro parte”.

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