Cronaca
27 Maggio 2015
Soltanto un'assoluzione al processo di secondo grado per la frode da 20 milioni di euro della concessionaria

Truffa Automec, pene ridotte in appello

di Redazione | 2 min

fotoImportavano abusivamente automobili di lusso da San Marino, garantendo ai propri clienti notevoli vantaggi nei prezzi di acquisto dei mezzi, prima di finire nel mirino della procura di Ferrara. E ieri, dopo la condanna in primo grado nell’ottobre 2013, è arrivato anche il verdetto nel processo d’appello per i responsabili della truffa della concessionaria Automec. Una sentenza che ha di fatto confermato l’impianto accusatorio per quasi tutti gli imputati (ad esclusione di Stefano Caniati, sollevato da tutte le accuse), che hanno goduto però di diversi sconti di pena dovuti al riconoscimento delle attenuanti generiche o per l’intervenuta prescrizione di alcuni capi di imputazione tra cui l’associazione a delinquere.

Tutto era partito da una frode carosello costruita attorno all’importazione da San Marino di auto di lusso e che culminò con una maxi frode fiscale da 20 milioni di euro. Gli imputati sarebbero riusciti a vendere sottoprezzo, con ribassi anche del 20%, auto di lusso, incentivando gli acquirenti a rivolgersi nella concessionaria Automec di via Bologna, oggi chiusa. In che modo? Le auto di lusso venivano acquistate a San Marino, senza l’Iva (come permetteva allora la normativa comunitaria), salvo poi compilare un’autocertificazione comprovante il regolare assolvimento dell’imposta prima dell’arrivo della merce sul territorio nazionale. Attraverso triangolazioni con società di comodo, sarebbero state emesse fatture per operazioni inesistenti. Ottenendo un doppio danno: allo Stato e al regime concorrenziale concorrenza del mercato, dal momento che le concessionarie acquirenti potevano praticare a loro volta prezzi altamente competitivi rispetto ai concorrenti “in regola”.

Tra le pene più ridotte in seguito all’appello quello per Mauro Bertoni e Franco Maestri, che passano rispettivamente da 3 anni e otto mesi a un anno e due mesi e da tre anni e sei mesi a un anno e dieci giorni. La pena più alta diventa ora quella di Francesco Pasquale Sbarro, che da tre anni e mezzo scende a due anni e sette mesi.

Per gli altri imputati riduzioni di qualche mese, soprattutto per via delle attenuanti: Franco Maestri passa un anno e 10 giorni, Maurizio Bianchi a sei mesi, Mauro Cestari a un anno e due mesi, Patrizia Ferraretti e Ilario Crudeli a un anno e 15 giorni e Stefano Schiavulli a otto mesi di reclusione.

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