Cento
5 Maggio 2015
L'avvocato contro la misura cautelare imposta dal gip: "Non c'è rischio di reiterazione"

Confessa l’omicidio della moglie malata: ai domiciliari

di Ruggero Veronese | 2 min

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L'abitazione dove vivevano i coniugi Parmiani

L’abitazione dove vivevano i coniugi Parmiani

Ha ammesso tutto davanti al gip del tribunale di Ferrara, confessando i drammatici istanti in cui ha ucciso con un coltello la moglie malata e ormai stremata da una malattia che aveva reso gli ultimi mesi della sua vita un calvario continuo. Giuseppe Parmiani, 82 anni, durante l’udienza di convalida dell’arresto ha affrontato a viso aperto le proprie responsabilità, senza tralasciare alcun dettaglio dell’omicidio di cui è stato protagonista ma soffermandosi anche sul racconto della propria vita assieme alla moglie, 64 anni trascorsi fianco a fianco e terminati nel più triste e tragico dei modi.

“L’ho fatto perché non volevo più vederla soffrire”, aveva confidato sabato sera Parmiani ai soccorritori del 118 accorsi per cercare di salvare la moglie. Negli ultimi cinque mesi la donna aveva subito un gravissimo peggioramento delle sue condizioni di salute, andando incontro a diversi ictus, a una crisi epilettica e ad alcuni problemi al fegato. Al punto che ormai si trovava nell’impossibilità di muoversi e necessitava di continue cure e attenzioni anche per le operazioni più semplici.

Parmiani si è ritrovato da solo a gestire la drammatica situazione domestica, aiutato dai tre figli che tuttavia – ormai adulti e indipendenti – non potevano restare costantemente insieme alla madre anziana. Ed è per questo che sabato l’82enne, ormai disperato, ha afferrato un coltello da cucina e ha colpito nel fianco la donna, che si è spenta poco dopo a causa della ferita.

Dopo la confessione di Parmiani e la convalida dell’arresto, il pm Barbara Cavallo ha chiesto al gip di applicare la misura precauzionale degli arresti domiciliari, in attesa del processo e dell’eventuale condanna dell’82enne. Una richiesta a cui si è opposto l’avvocato Giampaolo Remondi, difensore dell’uomo, che ha sottolineato come, in virtù delle drammatiche e particolarissime circostanze che hanno portato all’omicidio, non sussista pericolo di reiterazione del reato. La decisione del tribunale è andata incontro alla richiesta della procura: Parmiani dovrà infatti restare agli arresti nella propria abitazione di Cento, la stessa dove ha consumato il tragico delitto, e potrà uscire per due ore al giorno.

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