Economia e Lavoro
19 Aprile 2015
Centrale a rischio chiusura e incertezza sull'acquisizione da parte del gruppo Eph. Sciopero generale il 28 aprile

Allarme rosso per il Centro energia Ferrara

di Redazione | 3 min

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cef csdi Francesco Altavilla

Allarme rosso per il Cef (Centro energia Ferrara Spa), centrale a ciclo combinato insediata all’interno del petrolchimico di Ferrara la cui proprietà è posseduta per il 42% da Foster Wheeler Italiana e per il 58% dal gruppo tedesco E.on.

Nella conferenza stampa di ieri sabato 18 aprile nella sede della Cgil provinciale, convocata dalle sigle sindacali Filctem-Cgil, Uiltec-Uil, Flaei-Cisl insieme con le Rsu del Centro energia, i rappresentanti dei 23 lavoratori dello stabilimento hanno esperesso grosse preoccupazioni e perplessità circa l’operazione che prevederebbe la cessione della proprietà da E.on alla holding Eph della centrale ferrarese così come degli impianti di Vercelli, Lodi, Ostiglia, Trapani e Crotone.

Le previsioni davano la conclusione della trattativa per i primi giorni del mese di maggio 2015, ma a pochi giorni dalla scadenza prevista sono sopraggiunte alcune complicazioni che hanno messo in agitazione i sindacati. In primo luogo la notizia di qualche giorno fa (15 aprile), del provvedimento della Procura di Sassari nei confronti dei vertici locali del gruppo E.on per reati ambientali quali sversamento in mare e nel sottosuolo di oli combustibili e altre sostanze tossiche. Il Gip di Sassari ha firmato un provvedimento di interdizione dalle cariche per Salvatore Signoriello, amministratore delegato di E.on produzione e Paolo Venerucci, direttore generale risorse umane e sviluppo territoriale E.on Italia. “I recenti accadimenti giudiziari rendono incerta la conclusione dell’operazione, nonostante il gruppo Eph abbia esplicitato l’intendimento a portare a termine l’operazione”, ha sottolineato Fausto Chiarioni di Filctem-Cgil.

All’incertezza sull’acquisizione da parte del gruppo praghese si assomma anche l’attuale mancanza di un accordo-quadro della proprietà con i sindacati per garantire il mantenimento del posto di lavoro ai 940 occupati coinvolti, 23 dei quali impiegati nella centrale ferrarese. “Per sollecitare il raggiungimento di un accordo, ad ora inesistente a quasi due mesi dall’inizio della trattativa, è stato indetto uno sciopero generale di gruppo per il 28 aprile durante il quale ci sarà un presidio davanti al ministero dello Sviluppo Economico”.

unnamedCiò che preoccupa davvero i dirigenti sindacali ferraresi è però la volontà espressa da E.on di chiudere prima della cessione delle sue quote il Cef, dopo che con una delibera del 2 aprile Terna, gestore nazionale della rete di trasmissione dell’energia elettrica, ha escluso la centrale a ciclo combinato di Ferrara dalla lista degli impianti essenziali alla rete energetica nazionale, generando una difficile gestione dei costi a partire dal 2016.

“La gestione dell’operazione nel suo complesso è stata discutibile, non consentendo ai sindacati di trovare soluzioni anche per mantenere aperto un impianto che a livello territoriale può ancora essere fondamentale, per il petrolchimico”, ha aggiunto Vittorio Caleffi di Uiltec-Uil, che ha prefigurato due possibili scenari per il futuro del Cef: “ Dal momento che come centrale di produzione la struttura non è più adeguata, potrebbe essere utilizzata o nuovamente come centrale di stabilimento o come ausilio alla rete, alla luce degli investimenti fatti sulle energie rinnovabili”.

Insomma, a quanto pare “non sono le motivazioni pratiche a guidare la probabile scelta di chiudere lo stabilimento, quanto piuttosto motivazioni industriali e politiche, ed è proprio alla politica locale che facciamo appello affinché siano garantiti la prosecuzione delle attività produttive e i 23 posti di lavoro”, ha concluso Fausto Chiarioni.

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