La Procura ha iscritto nel registro degli indagati due persone per omicidio colposo in relazione all’incidente mortale di un anno fa nel Mezzano in cui morirono tre persone.
Si tratta di Claudio Fedozzi, che fino al 31 marzo ricopriva l’incarico di dirigente del settore lavori pubblici del Comune di Comacchio, e di Zeljko Kukilo, il 45enne serbo marito di una delle vittime che conduceva uno dei mezzi coinvolti nel pauroso schianto. Il pm Giuseppe Tittaferrante ha chiuso l’indagine traendone la convinzione che l’incidente mortale non si sarebbe verificato o avrebbe avuto esiti diversi se la segnaletica sul posto fosse stata maggiormente visibile.
In quel tremendo impatto tra un pulmino Ford Transit con a bordo otto cittadini di nazionalità serba e una Volkswagen Polo guidata da un giovane comacchiese persero la vita il 23enne Nicola Buonafede di Comacchio, che conduceva l’automobile, e due donne 45enni di nazionalità serba, Spasojka Kukilo e Radmilla Pejovic, che si trovavano a bordo del Ford Transit. L’incidente è avvenuto mentre il pulmino percorreva via Umana, tra i territori di Argenta e Comacchio, di rientro da Anita. Il mezzo stava trasportando un gruppo di lavoratori di origine serba, tre donne e cinque uomini, dipendenti in un’azienda agricola del Mezzano e residenti in provincia di Verona.
Dopo la tragedia numerose polemiche, fra cui quella del Comitato Paglierini, misero sotto accusa proprio la scarsa segnaletica e il fatto che quella presente fosse poco visibile in quanto occultata dalla fitta e incolta vegetazione. Per il pm Tittaferrante la responsabilità di Fedozzi starebbe nel non aver provveduto alla manutenzione della segnaletica orizzontale e verticale, mentre Kukilo avrebbe violato il limite di velocità in prossimità dell’incrocio.