8 Aprile 2015
Il biochimico presenta la candidatura: "La mia Unife radicata nel territorio con due piedi nell'internazionalità"

Elezioni per il rettore, Bernardi lancia la sfida

di Redazione | 4 min

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Francesco Bernardi

Francesco Bernardi

Ferraresità e internazionalità. Sono le due parole chiave della candidatura di Francesco Bernardi la posto di rettore dell’Università di Ferrara per le elezioni che si svolgeranno presumibilmente il prossimo giugno.

Bernardi, 60 anni compiuto lo scorso dicembre, è professore ordinario di Biochimica al dipartimento di Biochimica e Biologia Molecolare Unife di cui è direttore dal 2005. Dal 2010 è anche prorettore vicario proprio nel mandato dell’uscente Pasquale Nappi.

“Il nostro motto è ferraresità internazionale”, afferma presentando alla stampa, primo tra i candidati (gli altri sono Giorgio Zauli e Piero Olivo), il proprio programma e la squadra multidisciplinare formata da Roberto Calabrese (direttore del dipartimento di Fisica e Scienze della Terra), Renato Posenato (vice direttore di Fisica e Scienze della Terra), Eleonora Luppi (fisico, dirigente dell’Area internazionale dell’Ateneo), Chiara Scapoli (direttrice del dipartimento di Scienze della Vita e Biologia), Emidia Vagnoni (da Economia e Management, esperta in economia sanitaria e curatrice dei rapporti tra Unife e Cnr), Dario Di Luca (virologo, direttore del dipartimento di Scienze Mediche), Roberto Manfredini (medico interventista, coordinatore del corso di laurea in Infermieristica), Alberto Papi (pneumologo, vice presidente della Scuola di Medicina), Claudio Alessandri (architetto), Paola Spinozzi (membro del programma Routing Sustainability towards a Culture of Wellbeing di Unife) e Severo Salvadori (direttore del dipartimento di Chimica Farmaceutica).

Una squadra multidisciplinare, composta sia da ‘umanisti’ che da ‘scienziati’, dove però spicca l’assenza di rappresentanti di Giurisprudenza: “Ci sono persone che sono già pronte a collaborare, ma per il momento aspettano perché loro hanno anche l’elezione del direttore”, spiega Bernardi che comunque lascia le porte aperte: “Siamo una squadra aperta e attenta alla condivisione e all’ascolto”.

La cifra della candidature è il “radicamento nel territorio con due piedi nell’internazionalità”, ripete Bernardi, anche perché, con il crollo demografico che avrà ripercussioni sul numero degli iscritti, “è importante attrarre studenti dall’estero per mantenere i buoni livelli che abbiamo ora”.

Il programma partirà dai “buoni risultati raggiunti dall’amministrazione uscente, merito di Nappi e a cui ho dato una grossa mano anche io, grazie ai quali questo Ateneo ha tenuto botta in un periodo difficilissimo”, cercando di migliorare alcuni punti critici, a partire dal “problema importante dei rapporti tra amministrazione centrale e dipartimenti e della complessità burocratica”, per risolvere i quali ci sarà “una squadra nella squadra”, capeggiata dall’esperta Emidia Vagnoni.

IMG_20150408_113437388Cinque sono i macro punti cardine. Il primo è proprio quello che lega i concetti di radicamento al territorio e internazionalizzazione, incentivando la competitività dell’Ateneo nello spazio internazionale della ricerca scientifica, sostenendo gli investimenti e le tecnologie innovative, così come il trasferimento tecnologico e incrementando la sinergia con il contesto socio-economico del territorio. Collegato a questo è l’ultimo punto, il quinto, che parla di “consolidamento della città universitaria di Ferrara”: “La città deve essere accogliente e gli affitti devono rimanere appetibili – afferma -: il 60% degli studenti viene da fuori provincia e dobbiamo mantenere questi livelli”. Ovvia anche la necessità di “recuperare i palazzi storici dell’Ateneo ma in maniera funzionale e innovativa tramite il ‘progetto Savonarola’ che verrà presentato a breve”.

Il secondo punto riguarda la didattica, che Bernardi punta a diversificare puntando – ancora più di ieri – sull’internazionalizzazione (ampliando, ad esempio, gli insegnamenti in lingua straniera), sulla creazione di corsi innovativi (con il concetto di sostenibilità come cardine) e rafforzando l’offerta post-laurea.

Il terzo punto è uno dei più pregnanti e riguarda la valorizzazione del ruolo dell’Ateneo nel Servizio sanitario regionale. Bernardi punta molto sulla Scuola di Medicina (Sdm), che intende rafforzare anche valorizzando la sinergia con gli altri dipartimenti Unife: “Dobbiamo trasformare il piano strategico della Scuola in azioni precise a livello accademico”, spiega.

Quarto punto tutto dedicato all’efficienza e al coordinamento organizzativo e amministrativo, con una squadra apposita che studierà il da farsi anche per affrontare la “scommessa più difficile”, quella di “sostenere il ricambio generazionale”, proseguendo sulla rotta già intrapresa: “Tra 2013 e 2014 l’Università ha gestito 110 posizioni tra docenti, ricercatori e personale tecnico amministrativo”, afferma, rivendicando anche il lavoro svolto insieme a Nappi.

Proprio il suo appartenere all’amministrazione uscente potrebbe essere un’ostacolo: “In questi casi c’è sempre dello scontento ma possiamo contare su dei buoni dati – afferma -. Noi siamo coscienti del fatto che dalla nostra abbiamo forti competenze e concretezza”.

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