Cronaca
1 Aprile 2015
La direzione dell'ospedale respinge riserve tecniche e accordo bonario: continua la causa civile sul 2º appalto

Cona, Progeste vuole altri 2,6 mln. Il S.Anna dice no

di Ruggero Veronese | 3 min

conaRapporti sempre più tesi tra l’azienda ospedaliera Sant’Anna e Prog.Este, il consorzio di imprese che si aggiudicò sia l’appalto “Cona 2” per la realizzazione del nuovo ospedale di Cona che quello relativo al suo definitivo completamento, stipulato il 1° marzo 2012. Un contratto che prevedeva “lavori propedeutici all’installazione delle tecnologie sanitarie saldamente infisse”, per un costo di 1,896 milioni di euro, e che fu anche oggetto di una perizia di variante (senza modifiche all’importo) per l’aggiunta di “lavori propedeutici all’allestimento dei locali di audiologia con cabine audiometriche” e di “magneti nelle porte tagliafuoco posizionate sulle ‘zone filtro’ e laddove necessario, fino alla concorrenza del residuo importo del contratto”.

Da dove nascono i guai? Sostanzialmente anche al termine di questo secondo appalto sembra ripetersi, seppur con le dovute proporzioni, lo stesso tipo di contenzioso che seguì la costruzione dell’ospedale: le aziende chiedono infatti all’azienda Sant’Anna 2,665 milioni di euro in più, in gran parte sotto forma di riserve tecniche, lamentando costi imprevisti non legati a propri errori di esecuzione dei lavori. Una cifra che da sola supera i circa 1,9 milioni pattuiti alla stipula del contratto e che ora l’azienda Sant’Anna ha deliberato di non pagare, respingendo le riserve tecniche e qualunque forma di accordo bonario relativo alle pretese di Progeste. A cui andranno soltanto gli ultimi 9mila euro da incassare sul prezzo originale dell’appalto.

Questa almeno la decisione della dirigenza Sant’Anna, contenuta nella delibera del 26 marzo che trovate a fondo pagina. Ma la vicenda è tutt’altro che chiusa: Progeste infatti si era già mossa sul piede di guerra alla fine del gennaio 2014, avviando il contenzioso civile nel tribunale di Bologna per vedersi riconoscere i 2,6 milioni di euro richiesti (che comprendono riserve tecniche, interessi monetari e bancari e spese legali). Una dichiarazione di ostilità non priva di conseguenze: nella delibera del Sant’Anna si legge infatti che le riserve vengono respinte “in quanto intempestive, e quindi decadute”, ma anche che “non si possa, ne si debba attivare la proceduta di composizione bonaria delle controversie […], perchè l’appaltatore ha proposto azione davanti al tribunale civile di Bologna”.

Si ripete quindi, in forma ridotta, la vicenda relativa al primo contenzioso civile (tuttora in corso) sugli appalti tra Sant’Anna e Progeste, in cui il consorzio pretende ben 160 milioni di riserve tecniche e che ha già portato l’azienda ospedaliera a impegnare 725mila euro per le spese legali. Un’esplosione dei costi causata per buona parte, secondo le aziende costruttrici, all’aumento di metratura del nosocomio dovuta alle cinque perizie di variante approvate in corso d’opera. Il tutto mentre tra poche settimane il tribunale di Ferrara pronuncerà l’attesa sentenza sentenza del processo penale sulle presunte irregolarità durante l’esecuzione dell’ospedale che vede alla sbarra 12 persone tra amministratori e dipendenti di Prog.Este, fornitori, dipendenti pubblici e professionisti. In questo caso però il Sant’Anna sarà toccato solo indirettamente dall’esito del processo dal momento che, nonostante le dichiarazioni iniziali dell’ex direttore Gabriele Rinaldi, l’azienda ospedaliera non si è costituita parte civile.

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