Era accusato di stalking nei confronti della ex moglie ma le prove non hanno convinto completamente il giudice che ha ridimensionato l’impianto accusatorio, condannandolo sì a quattro mesi di reclusione (con la condizionale) ma derubricando il reato a molestie.
Sul banco degli imputati nell’aula E del tribunale di Ferrara, davanti al giudice Debora Landolfi, c’era F.R., siciliano di 34 anni, accusato di aver perseguitato la ex moglie (costituitasi parte civile tramite gli avvocati Daniele Bertaggia e Alessandro Felisati) con 50 telefonate in un giorno, oltre 90 in una settimana, alcune minatorie e addirittura con dei trasferimenti da San Martino a Gaibana e poi a Copparo, solo per infastidire la donna dopo la separazione.
Durante la scorsa udienza lui (assistito dall’avvocato Francesca Bozzi) si era difeso negando tutto e raccontando una realtà diversa: difficoltà nel vedere e sentire la piccola figlia, nessuna chiamata insistente o sms minatori. Gli spostamenti nelle stesse località in cui andava a vivere la ex moglie erano dovuti alla necessità di stare in un luogo vicino alla figlia, in modo che la madre (di lui) potesse andarla a prendere senza dover utilizzare l’automobile.
Il giudice a condannato l’uomo anche al pagamento delle spese, stabilendo il pagamento di una provvisionale da 5mila euro per i danni sofferti dalla ex moglie, da liquidarsi in un separato giudizio civile.