Politica
4 Marzo 2015
Il sindacalista: "Chi non vuole sentirsi dire che tutto va bene può rivolgersi a noi, gli altri credano al sindaco"

“Grotte di Cona”, la Uil contro Tagliani e Pd

di Redazione | 5 min

Immagine 021“Chi non vuole sentirsi dire che tutto va bene o si è sempre fatto così può rivolgersi a noi, gli altri possono continuare a credere a Tagliani”. È un fiume in piena Enrico Franceschi del coordinamento Ausl-Aosp della Uil Fpl, che ha fatto da “Virgilio” per Giulia Sarti e Raffaella Sensoli nell’inferno umido delle  “grotte di Cona”.

Ne ha per tutti, ma soprattutto ne ha per il sindaco Tiziano Tagliani e per il Partito Democratico, considerati come artefici politici dell’ospedale di Cona.

L’appoggio a chi cerca la verità. Il sindacalista, dopo essere stato attaccato dal sindaco in un intervista al “Carlino”, rivendica il proprio supporto ai ‘dissidenti’ come Francesco Rendine e le stesse Sarti e Sensoli nelle critiche alla struttura: “La Uil Fpl, come noto, non è un sindacato confessionale, e laicamente accoglie lavoratori di tutti gli schieramenti politici locali e nazionali – rimarca Franceschi -. Siamo orgogliosi della nostra coerenza e siamo a disposizione di tutti i partiti, liste civiche e movimenti che sono interessati alle nostre battaglie per la trasparenza e la legalità della pubblica amministrazione. La lista civica Gol, il candidato presidente alla regione del Pd Balzani e ultimamente i parlamentari del M5S hanno manifestato un autonomo interesse per conoscere le verità non ufficiali e preconfezionate di una classe politica e tecnica di governo che sulla vicenda di Cona per oltre venti anni si è ben guardata dal fare ispezioni a Cona. Ben vengano altri politici, chiunque essi siano, di sinistra, di destra, di centro, del nord e del sud e anche oltre”.

#TaglianiStaiSereno. E ancora una puntura a Tagliani, con tanto di hashtag ormai in voga nel dibattito politico (#staiserenotiziano) e la constatazione che “nella nostra battaglia in difesa dei cittadini contro le strumentalizzazioni dannose e odiose, possiamo contare su un alleato formidabile, anzi invincibile: l’ospedale di Cona stesso” che, afferma il sindacalista della Uil “è come se ogni giorno fosse attivo contro se stesso”.

Strumentalizzazioni sui lavoratori. Franceschi ribatte anche alle accuse di strumentalizzare i lavoratori del Sant’Anna, che invece la UIl Fpl “ha sempre difeso” perché sono “valore umano (non capitale) e come tali sono valori nobili: compito della politica e della dirigenza – osserva – è quello di saperne fare tesoro pubblico e non devono essere strumentalizzati come pretesto per mistificare scelte sbagliate della politica”.

Il labirinto. Una struttura “che non serviva”, definita da Franceschi un “labirinto inutilmente grande”, costruito senza aver previsto e realizzato un’adeguata segnaletica interna e facilitato l’accesso ai disabili, per la quale “hanno ingannato perfino un Papa facendogli battezzare la prima pietra di un progetto poi stravolto e completamente modificato”.

Immagine 039Il cunicolo e il “Dio della Carabonatazione”. Franceschi attacca anche sul termine “cantina”, utilizzato da Calvano (“se invito qualcuno a casa non gli faccio visitare la cantina” la sua frase al “Carlino”) per minimizzare la realtà del cunicolo tecnologico (allagato), dove “si sarebbe così potuto evitare di incastonare centinaia di ‘artistici’ imbuti per il vino alle pareti con collegati tubi per innaffiare i giardini necessari a canalizzare l’acqua che quando piove trafila copiosa. Si è preferito invece fare affidamento al “Dio della Carbonatazione” (il riferimento è alla replica di Rinaldi sul calcestruzzo, ndr)”. Non ci sono solo le ‘grotte’, ma anche le infiltrazioni dal tetto che “semplicemente non dovrebbero esistere. Chi doveva fare i controlli ? La Uil? I cittadini? I giornalisti? Da chi saranno presi i soldi per risolvere queste magagne?”.

I “cunicoli del Pd”. Poi di nuovo critiche dirette al sindaco – per la sua proposta di “fare un monumento a Rinaldi” – e al Pd che ha scelto “un nuovo direttore, sicuramente qualificato, per il quale però la magistratura ha chiesto il rinvio a giudizio, è un mistero che forse può trovare spiegazione nei cunicoli, non di Cona, ma del Pd. In ogni caso – puntualizza il sindacalista – per noi che siamo garantisti, il giudizio verrà solo dai fatti”.

Gigantismo ed exit strategy. Per Franceschi, secondo cui la “vocazione del nuovo Sant’Anna sembrerebbe quella di annichilire tutta la rete ospedaliera provinciale”,  “ci sono problemi di gigantismo a Cona, sia strutturali sia dei costi necessari per tenerlo aperto” e propone di istituire una commissione di esperti “formata da persone qualificate, sganciate dal sistema dei partiti, integrata da qualche magistrato contabile, per valutare la sostenibilità economica dei costi attualizzati del project financing e di Cona. Bisogna valutare attentamente se il male minore possa essere la strada della rescissione contrattuale per eccessiva onerosità dei costi dei servizi non sanitari – scrive il sindacalista -oppure intraprendere una azione giudiziaria per la nullità/annullamento del Contratto di appalto”.

Sanità lumaca. Un sistema, forse, anche per velocizzare la “sanità lumaca” in una struttura nella quale “i ferraresi si aspettavano una riduzione dei tempi di attesa per l’effettuazione di esami clinici e strumentali. Invece abbiamo assistito a un allungamento dei tempi che hanno indotto moltissimi pazienti a rivolgersi a poliambulatori e cliniche private, anche di altre regioni, per eseguire in tempi ragionevoli e a pagamento, le visite e gli esami prescritti dal proprio medico curante”.

I cittadini sudditi stanchi. “I cittadini – osserva ancora Franceschi -, trasformati in sudditi, sono obbligati a pagare due volte la sanità: la prima con le tasse che Stato e Regioni comunque impongono senza garantire servizi efficienti, la seconda per avere accesso, privato, efficace alle prestazioni che la sanità pubblica non tutela adeguatamente. Molti cittadini – conclude – sono stanchi di essere manganellati dalle chiacchiere di chi li governa, dove le parole esprimono spesso il contrario di quello che ognuno sperimenta nella realtà”.

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