Cronaca
25 Febbraio 2015
Il procuratore generale della corte d'appello chiede pene severe per tutti gli imputati

Crac Coopcostruttori, chiesti 12 anni per i massimi dirigenti

di Daniele Oppo | 2 min

fotoUna requisitoria durata quasi tre ore, in un’aula come sempre affollatissima – quella del procuratore generale della Corte d’appello di Bologna Di Ruggiero per il processo di secondo grado sul crac Coopcostruttori.

Al termine, la richieste di pene severissime per tutti gli imputati – maggiori rispetto a quelle ricevute in primo grado – a partire dai quatto massimi dirigenti della cooperativa argentana.

Per Giovanni Donigaglia, Beppino Verlicchi, Renzo Ricci Maccarini e Giorgio Dal Pozzo il Pg ha infatti chiesto 12 anni di reclusione. Per loro la richiesta di pena è molto peggiorativa rispetto a quella ricevuta in primo grado: quattro anni e sei mesi per Donigaglia e Ricci Maccarini, tre anni e mezzo Dal Pozzo e tre anni e due mesi Verlicchi. Sempre in primo grado il pubblico ministero Ombretta Volta aveva chiesto 14 anni di reclusione per Giovanni Donigaglia, presidente Coopcostruttori; 12 per il suo vice e braccio destro, Renzo Ricci Maccarini; 10 per gli altri due vicepresidenti, responsabili dei settori appalti e fabbriche, Beppino Verlicchi; 9 per Giorgio Dal Pozzo.

Per gli altri amministratori (Valentino Ortolani, Luca Mazzoni, Giampaolo Venturi, Antonio Negretto, Pier Luigi Viola, Gianni Cervellati, Elis Fazi, Giorgio Coatti, Claudio Assirelli), che hanno avuto un ruolo secondario, le richieste si fermano a tre anni di reclusione. Tutti erano stati assolti in primo grado nonostante la richiesta di condanna a tre anni.

Pene severe anche per i dirigenti delle società di revisione dei conti (assolti in primo grado), Mauro Coletti (Reconta), Giovanni Bragaglia (Uniaudit) e Sergio Luigi Cerioli (Ria) per i quali la richieste di condanna è di otto anni di carcere (identica a quella chiesta dalla pm Volta in primo grado). Parlando del ruolo dei revisori il pg ha usato la metafora calcistica del fuorigioco: il loro ruolo gli avrebbe imposto di “alzare la bandierina” avendo visto che i conti della cooperativa non erano a posto.

Mentre i per i sindaci Mauro Angelini, Sante Baldini, Roberto Andreotti, Angelo Adamini e Viliam Brusi – anch’essi assolti in primo grado – il procuratore generale si è conformato ancora una volta alle richieste fatte dal pm in primo grado, chiedendo per loro la condanna a cinque anni di reclusione.

Mercoledì il processo prosegue con le arringhe degli avvocati delle parti civili e il sei marzo toccherà alle difese. “Si tratta di richieste sorprendenti”, commenta l’avvocato Lorenzo Valgimigli, difensore di Ricci Maccarini.

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