Terre del Reno
3 Febbraio 2015
La situazione non si sblocca, in vista probabili nuovi picchetti davanti all'azienda

Mirror, l’incontro in prefettura non avvicina le parti

di Redazione | 2 min

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Più di due ore davanti al prefetto di Ferrara Michele Tortora non hanno portato alcuna novità nella vicenda Mirror: le parti – società e sindacato che sostiene i facchini – rimangono ancora molto distanti e la lotta sindacale è destinata a continuare probabilmente anche con altri picchetti.

All’incontro ha partecipato anche il sindaco di Sant’Agostino Toselli, mentre non si sono presentati i delegati della cooperativa Lk (quella che ha licenziato i facchini dopo aver perso l’appalto con la Mirror) e della subentrante Mfz. Fuori, ad attendere notizie, alcuni lavoratori sostenuti anche da alcuni rappresentanti del Laboratorio Crash e del Collettivo Hobo.

“Non c’è stata nessuna apertura da parte dell’azienda – afferma Simone Carpeggiani, responsabile del Si Cobas -, ho tentato una mediazione ma non è stata accettata: deve comunque esserci una soluzione lavorativa perché parliamo di persone che vivono qui da 15-20 anni”.

“Noi il lavoro per 14 persone non lo abbiamo”, spiega l’amministratore delegato della Mirror, Stefano Guidi, che non nasconde che “siamo sempre distanti, non abbiamo più nulla da trattare e non accetteremo più questa situazione”. Anche Guidi parla di mediazione: “Non hanno accettato la proposta della società Zollo di assumere cinque persone a Milano e tre qui, perché dicono che vivono e hanno famiglia qui, ma cosa devo dire io che vengo da Comacchio tutti i giorni e i molti dipendenti fanno cento chilometri al giorno per venire a lavorare?”.

In ballo non solo il posto di lavoro ma anche alcune mensilità arretrate non pagate dalla cooperativa. Il sindacato avrebbe in mano alcune lettere dell’ispettorato del Lavoro indirizzate ai facchini che certificherebbero versamenti mancanti per diverse migliaia di euro, anche circa 18mila in qualche caso.

Situazione, dunque, in pieno stallo: “Sarà una vicenda lunga e noi andremo avanti” afferma Carpeggiani. “Abbiamo creato una Cassa di Resistenza per riuscire a mantenere i lavoratori durante la lotta”, spiega Karim Bekkal, coordinatore della comunicazione dei Cobas, molto duro nei confronti della Mirror e delle altre società che nel recente passato avevano siglato alcuni accordi per venire a capo della vicenda: “Non hanno mai mantenuto quello che hanno promesso, quegli accordi sono solo inchiostro su un foglio di carta”.

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