Parla di trasparenza, di sanità e di lavoro. Ma soprattutto della voglia di un partito di aprirsi alla discussione. Non solo al proprio interno. Ma anche con parti sociali e il sindacato in particolare. Quanto basta per far drizzare le antenne ai tre sindacati confederali e strappare applausi ai segretari Raffaele Atti, Paolo Baiamonte e Massimo Zanirato i primi applausi.
Il sindaco di Ostellato Andrea Marchi è intervenuto sulla carta stampata nel dibattito sul futuro congresso provinciale del Partito democratico esprimendo il desiderio di un’apertura al dialogo verso il territorio e le sue componenti (in lettere il suo intervento).
E il primo ad apprezzare è stato il segretario della Uil, da tempo ansioso di “parole in controtendenza rispetto a quello che dice e che fa Renzi”. “Apprezzo Marchi per la sua riflessione” ammette Zanirato, “una apertura che arriva da un esponente importante del Pd, un sindaco, tra l’altro il più votato di tutta la provincia; lo vorrei valutare come un positivo cambio di rotta utile al paese e a Ferrara”.
Zanirato ammette che il “raffredamento” provato a livello nazionale sia molto più temperato a livello locale, tanto che “sono sicuro che Marchi non sia l’unico nel Pd a pensarla in questa maniera. Devo ammettere però che lui, a differenza di altri, si è sempre distinto per coerenza, non si è mai schierato col favorito di turno e non è salito sul carro dei vincitori professando un ‘renzismo’ della prima ora (e lo dico da renziano, pentito). Però nel suo partito non vedo tanta altra gente che abbia il coraggio delle proprie idee. A maggior ragione questo intervento merita rispetto e considerazione”.
Un plauso con riserva arriva invece da Paolo Baiamonte, soddisfatto a metà. “Da una parte mi fa piacere l’intervento del sindaco perché quello dell’apertura, della discussione e della partecipazione è un tema assente nel Pd ferrarese ed è mancato in particolare in questi anni. Dall’altra parte il difetto è che i dem ritengono che il sindacato sia uno solo. La Cgil. Temo che questa uscita sia un nobile tentativo di ricomporre a livello locale la rottura voluta da Renzi a livello nazionale”. Baiamonte ammette però che potrebbe sbagliarsi. E allora, “nel caso il discorso di Marchi abbia una visione più vasta”, “non posso che concordare in pieno. Coesione e dialogo, con tutte le parti sociali, non possono mancare nel dna di un partito. Per questo serve riprendere in mano questo filo”.Meno
sorpreso, anche se altrettanto soddisfatto, è Raffaele Atti della Cgil. Il segretario della Camera del Lavoro di Ferrara apprezza “l’intervento significativo”, che però “non rappresenta un elemento assolutamente eccezionale all’interno dello scenario del Pd”. Esempi? “Penso a Bonaccini, che appena eletto presidente della Regione ha fatto la proposta del patto per il lavoro, un metodo che non appartiene alla gestione renziana delle tematiche politiche del lavoro. Penso anche al comune di Ravenna che, in sostituzione dell’assessore chiamato in giunta di via Aldo Moro, vede ora in giunta un dirigente Cgil”. Detto questo, “l’attenzione che Marchi presta a livello di partito verso il sindacato (anche se a livello di principali istituzioni locali non si è mai rotto il dialogo) è molto importante. Non lo vedo come un fatto isolato, ma come il segnale che esiste una esplicita esigenza che sta maturando non solo a Ferrara”. Per Atti infatti Marchi non è l’unico dem a pensarla così: “sono sicuro che questa difficoltà di rapporti tra Pd e sindacati sia vista con sofferenza da una grossa fetta della base e da parte del gruppo dirigente ferrarese”.