Terre del Reno
23 Ottobre 2014
Stop al presidio, l'azienda torna alla normalità ma finisce in parlamento. L'ad Guidi: "Sono pendolari della protesta"

Mirror, Salvini se la prende con migranti e centri sociali

di Redazione | 4 min

cobasSant’Agostino. E’ stato interrotto attorno alle 22 di martedì sera il picchetto-presidio di protesta davanti ai cancelli della Mirror dei 14 dipendenti della cooperativa L.K. di Trebbo di Reno con i rappresentanti di categoria del sindacato Cobas. Ieri i lavoratori e dirigenti dell’azienda di Sant’Agostino hanno quindi potuto fare ingresso regolarmente in sede e riprendere l’attività, dopo i momenti di tensione che si sono registrati ieri tra i manifestanti della cooperativa, che impedivano a tutti l’ingresso nella struttura, e il personale effettivo della Mirror.

Ma la tensione è ancora lontana dall’affievolirsi, con Salvini che punta il dito su migranti e centri sociali e il Carroccio che deposita una interpellanza in parlamento.

“Abbiamo ripreso finalmente a lavorare – ha riferito l’amministratore delegato della Mirror, Stefano Guidi – ma ci aspettiamo che ritornino, forse già domani mattina [oggi] ai “rumors” che circolano”. I manifestanti sembra abbiamo abbandonato il presidio per poter dare vita a una protesta al Saie, il Salone dell’Edilizia di Bologna, inaugurato da Matteo Renzi. “Questo dimostra – commenta Guidi – che non siamo di fronte a sindacalisti, ma a manifestanti di professione, a pendolari della protesta”.

Tutto ha avuto inizio per la richiesta dei lavoratori di rispettare l’accordo, scaduto il 30 settembre, che avrebbe dovuto portare alla loro riassunzione dopo il cambio di appalto operato dalla Mirror. Dopo l’ultimo incontro in prefettura di venerdì scorso hanno deciso di tornare a presidiare i cancelli da lunedì mattina all’alba. I 14 lavoratori sono rimasti senza lavoro all’inizio di settembre quando la Mirror, dopo una serie di richiami alla cooperativa bolognese per presunte inadempienze, ha recesso il contratto d’appalto di facchinaggio per affidarlo a un’altra cooperativa, la Msz di Milano. La L.K. si è trovata nell’impossibilità di occupare i dipendenti in altre aziende, così i 14 lavoratori diedero subito vita, il 5 settembre, a un presidio davanti alla Mirror che portò alla stipula di un accordo: la Msz avrebbe assunto tre dei lavoratori  “a spasso” impiegandoli presso la Mirror, mentre gli altri sarebbero stati assunti impiegandoli in altre aziende.

L’accordo, dicono lavoratori e Cobas, è stato disatteso ed è per questo che si è deciso di riprendere la protesta. La Mirror in tutta questa vicenda è quella che ne sta subendo le conseguenze. Tanto che “è già stata formalizzatauna denuncia”, fa sapere Guidi, dal momento che l’azienda non ritiene valido quell’accordo. “Il problema – prosegue – è che rischiamo di vederceli tornare davanti ai nostri cancelli, impedendoci ancora di proseguire l’attività dell’azienda”.

Un metodo di lotta stigmatizzato anche dal sindaco di Bondeno Alan Fabbri, candidato alle regionali, l’unico politico ad essersi presentato martedì a Sant’Agostino nel corso del presidio, monitorato dalle forze dell’ordine: “Non si ottiene con la violenza il diritto al lavoro e, soprattutto, non si ottiene impedendo ad altri lavoratori di svolgere le loro mansioni. Credo che in questi casi le forze dell’ordine debbano intervenire, anche con la forza”.

La Mirror aveva chiesto martedì un incontro in prefettura che avrebbe dovuto svolgersi ieri, ma che è saltato visto l’abbandono del presidio da parte dei 14 lavoratori L.K. e dei sindacalisti Cobas.

Nel pomeriggio intanto è arrivato un post via facebook del segretario nazionale della Lega Nord Matteo Salvini. “A Sant’Agostino – scrive – decine di magrebini, insieme ai centri sociali, hanno paralizzato per settimane un’azienda, la Mirror. I lavoratori di questa azienda, una trentina di famiglie, rischiano la cassa integrazione per colpa di questo casino. Non é possibile perdere altri posti di lavoro! Se a certa gente non vanno bene le nostre regole, tornino a casa!”.

E il caso di Sant’Agostino è finito anche in parlamento, grazie a una interrogazione parlamentare del deputato leghista Guido Guidesi, che sottolinea come “gli stessi che oggi manifestano furono giudicati dal titolare della loro coop responsabili della rescissione del contratto con Mirror, a causa dei disordini scatenati in azienda”. Secondo Guidesi “i tavoli istituzionali che seguirono non portarono a nessun risultato concreto, e i facchini furono denunciati per estorsione e violenza privata, perché pretendevano contratti a tempo indeterminato nonostante il cambio di fornitore di servizi, promettendo nuovi blocchi se questo non fosse accaduto”. Guidesi chiede quindi al Governo di intervenire per “scongiurare altri danni alla Mirror e proteggere i veri lavoratori dell’azienda”.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com