Mesola
9 Ottobre 2014
Tragedia di Massenzatica, secondo Vallini non ci sono responsabilità

Il perito ‘scagiona’ gli amministratori: impatto troppo forte

di Marco Zavagli | 2 min

unnamedMassenzatica. Nessuna barriera, anche in perfette condizioni e magari sostituita con una nuova secondo le tecnologie più avanzate di antinfortunistica avrebbe potuto evitare la tragedia del Ponte Trapella. Quel ponte, lungo la strada provinciale 11, tra Ariano Ferrarese e Massenzatica, da quel drammatico 18 marzo è stato ribattezzato il “ponte della morte”. Nella acque del cabale sottostante perirono Matteo Carli, Stefano Bertaglia, Loredana Nicoleta Caruntu e Liliana Dragnescu, tutti tra e 20 e i 30 anni.

Per quel fatto sono indagati per omicidio colposo per la Provincia l’ex presidente Marcella Zappaterra (assistita dall’avvocato Fabio Anselmo), l’assessore alla sicurezza stradale Davide Nardini (avvocato Riccardo Venturi) e l’ingegnere capo Mauro Monti (avvocato Valgimigli); per il Comune di Mesola l’ex sindaco Lorenzo Marchesini, il suo vice Dario Zucconelli (avvocato Carmelo Marcello) e il dirigente del settore urbanistica Fabio Zanardi (avvocato Eugenio Gallerani).

Ora arrivano in aula le conclusioni del perito del tribunale, l’ingegner Alberto Vallini. Davanti al gip Piera Tassoni, ai legali delle parti (per le famiglie era presente l’avvocato Ballo di Rovigo) e al pm Savino (titolare del fascicolo è il sostituto procuratore Proto) si è concluso l’incidente probatorio sollecitato dalla stessa procura per chiarire a livello tecnico le varie componenti della vicenda.

E Vallini, come già anticipato, è stato chiaro nel ribadire che una barriera come quella del Ponte, anche se in buone condizioni di manutenzione e imbullonata, non avrebbe potuto contenere l’impatto di una Bmw serie 3 di 1660 kg lanciata a una velocità, “per dare un valore il più prudenziale possibile”, di 68 km orari. In realtà lo steso perito ammette che probabilmente la vettura viaggiava a una velocità più elevata, visto che l’auto è sprofondata a 13 metri di distanza dal manufatto. E su questo aspettano concordano anche i consulenti delle difese.

A maggior ragione tenendo in considerazione l’angolo di impatto, di circa 80 gradi. Lo scontro con la barriera fu quasi frontale. E questo perché, sostiene il perito, probabilmente il conducente è stato distratto o disturbato da un altro veicolo che si è immesso da sinistra. Sul punto Vallini ritiene che la Bmw condotta da Carli abbia effettuato una manovra di emergenza e sul punto non ritiene coerente il racconto dell’unico testimone oculare della vicenda, l’automobilista che chiamò i soccorsi.

A ogni modo ora, a incidente probatorio concluso, spetterà al pm chiedere ulteriori indagini oppure avanzare richiesta di archiviazione, come si augurano le difese. “La relazione – commenta in proposito l’avvocato Marcello – esclude qualsiasi nesso causale con una ipotetica condotta colposa da parte di chi avrebbe tenuto sostituire la barriera. Siamo fiduciosi che la vicenda si concluda presto e in modo favorevole”.

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