Cronaca
18 Settembre 2014
Baiamonte (Cisl) chiede conto dei milioni spesi per l'emergenza Libia e ricorda il caso di Billy Samuel

I profughi? Un affare, ma solo da vivi

di Marco Zavagli | 4 min
profughi

Foto d’archivio

L’affare dei profughi, appalti (pardon, affidamenti diretti) e una morte misteriosa. C’è di tutto un po’ nell’accorata lettera che Paolo Baiamonte, segretario della Cisl di Ferrara, invia a Estense.com per dare, ma soprattutto chiedere, spiegazioni. A cominciare dall’emergenza Nord Africa.

Gent.mo direttore, ho letto con grande interesse quanto da lei scritto sul suo giornale alcuni giorni fa in merito ai finanziamenti a favore di cooperative o associazioni che si occupano dell’accoglienza dei migranti che arrivano a Ferrara. Il giornalismo d’inchiesta è sempre più raro, ma è quello che caratterizza o può fare la differenza in una testata”. Così inizia la missiva del sindacalista, che fa sapere come anche lui, “in passato, mi sono occupato di approfondire il tema, soprattutto in occasione dell’accoglienza dei profughi dalla Libia, dopo la caduta dei Gheddafi, quando sono stati spesi da parte dell’Asp, nel periodo 11/6/2011 al 31/12/2012, circa un milione e trecentomila euro, per attività assegnate con il meccanismo non dell’appalto (come ritengo dovrebbe essere) ma attraverso l’affidamento diretto”.

Dati che trovano riscontro nei documenti a disposizione della Regione (ente cui fa riferimento la Protezione civile che gestiva l’emergenza), ma ai quali vanno aggiunti altri 3,5 milioni che il Comune ha chiesto al ministero dell’Interno per il triennio 2014/2016 per 64 posti per l’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati (più 8 otto per richiedenti asilo e rifugiati con problemi di disagio mentale o psicologico).

Tra i documenti scartabellati in mezzo alla “rendicontazione sommaria dell’Asp”, alcuni hanno colpito l’attenzione di Baiamonte: “da una analisi complessiva emerge che in 18 mesi, solo di spese legali (ovviamente non è specificato lo studio o il professionista destinatario) sono stati spesi 107.248 euro”. Cifre importanti, che fanno balzare domande spontanee al numero uno della Cisl provinciale: “chi ha incassato questi soldi? Sulla base di quale incarico e dato da chi?”.

Gli interrogativi di Baiamonte diventano generali: “passi l’emergenza, ma fuori emergenza perché gli affidamenti sono diretti e non passano per gare d’appalto? Di tutto quello che Lei Direttore ha descritto, molto dovrebbe essere valutato alla luce delle norme sugli appalti pubblici”. E ancora: “Sarebbe possibile e, forse, diventerebbe una curiosità, avere l’elenco delle persone, dipendenti, collaboratori, ecc. che negli ultimi 5 anni hanno lavorato per tali cooperative o enti? come mai, seppur segnalato in passato, non si è mai avuta trasparenza sulle modalità di affidamenti degli incarichi e della spesa di centinai di migliaia di euro, anzi, di milioni: incarichi legali, affitti di appartamenti (magari conoscere il nome dei proprietari)? Acquisti diretti di materiali ecc…”.

Le domande si concentrano poi su “quali controlli hanno posto in essere l’amministrazione comunale e l’Asp sui risultati e sugli esiti dei soldi spesi?” e sul Centro Servizi Integrati per l’immigrazione: “quali servizi fornisce esattamente? Non siamo più negli anni dove gli interventi erano all’ordine del giorno. Quindi ha ancora senso il Centro?”. Altro esempio: “sotto il grattacielo, da anni, c’è il centro di mediazione: ha ancora senso avere il centro di mediazione? Vengono fatte verifiche puntuali se gli obiettivi e quali obiettivi vengono raggiunti. Cioè che ruolo ha e deve avere un centro di mediazione?”.

Baiamonte sa che i suoi punti di domanda difficilmente si tramuteranno in punti esclamativi. Ecco allora che l’obiettivo cambia (quasi) completamente. E dai freddi numeri della burocrazia si sposta verso un caso umano che l’ha colpito a fondo. Quello di Billy Samuel, ragazzo ghanese di 32 anni sbarcato a Lampedusa nel 2010, preso in carico dai servizi sociali di Ferrara il 18 maggio 2011 e morto nell’estate del 2012. Il suo corpo rimase per sei mesi in una cella frigorifera, in attesa dell’espatrio. “Di cosa è morto? – si chiede Baiamonte – E’ stata fatta l’autopsia e se sì, che risultati ha dato?”.

Il segretario ricorda che la Cisl si era interessata del caso e “nel momento in cui mi sono occupato del suo rientro in patria, mi è stato sussurrato che fosse morto di HIV… ma quante persone sono decedute negli ultimi 5 anni di HIV a Ferrara? Billy Samuel è stato adeguatamente curato e come è stato curato? Chi ha sostenuto i costi delle cure? A chi era in carico e chi ne aveva la responsabilità? E’ stato assistito? Come mai è stato messo in frigorifero per mesi? Chi avrebbe dovuto sostenere i costi del rientro? Qualche indagine è stata fatta?”.

Dopo quei sei mesi di vani tentativi, alla Cisl sono bastati quattro giorni per ottenere quello che a prima vista sembrava tanto arduo. Bastava mettersi in contatto con l’Ambasciata del Ghana a Roma e chiedere il nulla osta per il rimpatrio.

Alla fine il povero ragazzo è rientrato in Ghana “grazie alla mia organizzazione sindacale, che ha utilizzato un po’ di risorse derivanti dal 5 per mille, per far sì che si ricongiungesse con la sua famiglia: da morto, qui a Ferrara non interessava più a nessuno se non per il fatto che occupava un posto all’obitorio”.

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