Eventi e cultura
28 Agosto 2014
La musica di strada degli Ars Nova Napoli e degli Skarallaos arriva dietro alle sbarre

Solo il meglio dei Buskers per i detenuti

di Elisa Fornasini | 3 min

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25Aprile. “La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”

“La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni, e che auguro a voi di non sentire mai”. 

È con le parole di Piero Calamandrei – tra i padri fondatori della Costituzione – che il sindaco Alan Fabbri apre il suo intervento durante la celebrazione del 25 aprile, dopo l’alzabandiera e il picchetto d’onore. 

Fa un certo effetto vedere contrabbassi, chitarre, sassofoni, fisarmoniche e tamburelli superare le sbarre della casa circondariale di Ferrara per essere accolti dagli applausi di più di una cinquantina di detenuti già intrepidi di ascoltare la musica del Ferrara Buskers Festival. A portare gli strumenti sono i giovani componenti degli Ars Nova Napoli e degli Skarallaos, definiti dal direttore organizzativo Luigi Russo “il meglio del festival”. In effetti per le due band invitate alla 27esima edizione della più grande manifestazione italiana dei musicisti di strada si tratta di un gradito ritorno. “Questi gruppi – continua Russo – sono il bello dei buskers perché sono stati richiamati a furor di popolo: gli Skarallaos tornano a Ferrara dopo essere stati protagonisti nel 2012, mentre gli Ars Nova Napoli hanno vinto il contest ‘Vota il tuo busker preferito’ dello scorso anno”.

È la prima volta che l’energia e la spensieratezza della musica di strada arriva fino al carcere di via Arginone. “Sono emozionata per questa iniziativa – fa gli onori di casa la direttrice Carmela Di Lorenzo – perché quest’anno per la prima volta ci stanno onorando della presenza di due gruppi busker. Un risultato raggiunto grazie alla sinergia tra la direzione del festival e della casa circondariale, ma tutto questo non sarebbe possibile senza la partecipazione del sindaco e il lavoro della polizia penitenziaria”. Ed ecco che allora prende la parola Tiziano Tagliani che, oltre a rimarcare che “questi risultati si raggiungono col contributo di tutti”, mette in luce quanto sia “fondamentale continuare con questa politica di apertura”. “Sono molto contento di vedere la crescita del percorso di comunicazione tra città e carcere – continua il primo cittadino – e di sentire questo clima di serenità nel rispetto della dignità di tutti quanti: dei detenuti, delle guardie, degli operatori e dei musicisti. Buskers non è solo divertimento ma vuol dire anche attenzione a quello che avviene fuori, segnali di disponibilità e responsabilità di un’apertura che deve continuare nel tempo. E, dato che è previsto un avvicendamento, non c’è occasione migliore per ringraziare la direttrice del suo operato”.

Dopo essersi definito “il sindaco di tutti quanti i cittadini”, Tagliani scende dal palchetto e lascia che sia la musica a parlare. I primi a esibirsi sono i sei giovani degli Ars Nova Napoli e in men che non si dica il grigiore del carcere lascia spazio ai colori e ai ritmi della musica tradizionale napoletana. Il vortice dei suoni popolari del sud Italia travolge detenuti ed operatori ed è impossibile non tenere il tempo battendo le mani. Il tripudio arriva con “Tu vuò fa l’americano” di Renato Carosone e “Carmè” di Totò: tutti i carcerati battono le mani, cantano, improvvisano balletti. Un detenuto napoletano è stato anche chiamato sul palco e a suon di salti e piroette ha mostrato il proprio amore per la cultura napoletana. Ma gli speciali momenti di allegria non finiscono qui: sul palco sale anche il direttore artistico Stefano Bottoni che, affiancando il sempre più vivace cantante Joy Napolitano, coinvolge il pubblico fino al gran finale: gli artisti improvvisano un trenino in mezzo ai detenuti trascinandosi dietro i propri strumenti, compreso il contrabbasso.

Cambio di strumenti e di artisti per continuare il clima di festa e divertimento instaurato. Dopo l’esuberante spettacolo del gruppo partenopeo, infatti, è seguita la performance festosa e coinvolgente degli Skarallaos, effervescente gruppo galiziano che ha proposto un mix di musica ska, reggae, punk, condito di ritmi latini ed influenze balcaniche. Uno show trascinante che si nutre dell’empatia del pubblico, un’empatia forte visto il continuo entusiasmo dei detenuti. “Mai vista una cosa così – commentano gli operatori a fine concerto. – I concerti di natale sono andati bene ma in questo caso la musica è stata più trascinante, non riuscivi a tenerli fermi”. L’iniziativa ha colto nel segno: far trascorrere un’ora di spensieratezza a chi non può seguire il festival per le strade del centro.

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