Entrerà nel vivo il prossimo 10 dicembre, quando si aprirà il dibattimento, il processo che vede imputati per omicidio colposo due medici dell’ex ospedale Sant’Anna – Ermes Carlini e Paola Antonioli – accusati di omicidio colposo per la morte, avvenuta nel 2011, di una signora di 71 anni, deceduta nel reparto di Nefrologia a causa di una broncopolmonite massiva provocata, secondo l’accusa, da un infezione di legionella ospedaliera.
Nella giornata di ieri si è svolta l’udienza filtro nella quale il giudice Attinà ha deciso sulle questioni preliminari – in particolare sulla legittimità di un testimone richiesto dalla parte civile – e sull’ammissione dei carabinieri del Nos come testimoni e dei consulenti di accusa e difese in merito alla perizia per l’identificazione del ceppo batterico che contagiò la 71enne.
Il fatto contestato è avvenuto il 7 ottobre del 2011 provocando da subito una battaglia legale tra i parenti della vittima e l’azienda ospedaliera in sede civile – con i processi che vanno avanti di pari passo – ma l’episodio ha avuto anche una pagina politica grazie a un’interrogazione in Regione della capogruppo Idv Liana Barbati, in cui chiedeva i motivi per cui un fascicolo contenente le condizioni diagnostiche di un decesso da legionella di stampo ospedaliero non fosse stato tempestivamente trasmesso anche alla procura. Alla richiesta aveva risposto l’assessore regionale alla Sanità Carlo Lusenti affermando che la direzione del Sant’Anna non aveva rilevato responsabilità cliniche e pertanto non aveva proceduto alla relativa segnalazione alla Procura della Repubblica.
A rendere noto il caso di morte per legionella nell’ex ospedale di corso Giovecca fu per primo il blog Osservatorio Cosapubblica con un post firmato con lo pseudonimo Mariangela Fittizio.