Politica
3 Maggio 2014
Gesto simbolico contro l'amministrazione comunale del candidato di Un'altra Ferrara cui arriva la solidarietà di Fornaro

Zamorani protesta con un banchetto ‘abusivo’ e si autodenuncia

di Redazione | 3 min

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Dopo lo sciopero della fame che Zamorani portò avanti nei mesi scorsi sulla vicenda dei ‘banchetti proibiti’, il candidato sindaco della lista civica Un’altra Ferrara rilancia sfidando direttamente l’amministrazione comunale con un banchetto non autorizzato di fronte al sagrato.

Dopo essergli stato negato il permesso per l’occupazione di suolo sul sagrato del duomo presentato martedì, ed impossibilitato a presentare una seconda domanda a causa della sospensione delle attività comunali per il ponte del primo maggio Zamorani definisce Tagliani un “piccolo Putin” e annuncia a mezzo stampa la sua forma di disobbedienza civile: “Alle 16 di domenica sul sagrato senza permesso perché la campagna elettorale è il momento più importante della vita pubblica e loro chiudono il Comune“. E così è stato, puntuale alle 16 Zamorani ha sistemato il suo banchetto di fronte al sagrato per poi continuare la sua protesta andando ad autodenunciarsi raggiungendo una pattuglia di vigili urbani presenti in piazza, ricevendo al contempo la solidarietà del candidato sindaco per Valori di Sinistra Giuseppe Fornaro che ne condivide la battaglia. Dopo una breve spiegazione della situazione ai vigili il candidato di Un’Altra Ferrara è stato multato per la cifra di 165 euro per la violazione dell’articolo 20 del codice della strada e si è poi proceduto alla rimozione del banchetto.

Per far comprendere la fattispecie, Zamorani fa un passo indietro e decide di raccontare la storia del secondo ‘banchetto proibito’ dall’inizio: “La prima richiesta di permesso che presentai mi fu negato – spiega – a causa di un orientamento di giunta, un atto violento che scarica sui dipendenti del Comune le scelte politiche che invece competono al sindaco e agli assessori che paghiamo apposta, poi tra primo maggio e susseguente ponte io come altri siamo stati impossibilitati a presentare una seconda domanda. Questa amministrazione comunale sta gestendo malamente la campagna elettorale, hanno sempre la democrazia in bocca ma poi le cose si rivelano diverse. È una violenza alla politica”.

Zamorani poi alza posta in gioco e annuncia che con i legali della sua lista sta valutando se sussistano le condizioni per un esposto: “Mi hanno fatto notare che un comportamento di questo genere potrebbe ravvisare il reato di interruzione di pubblico servizio – racconta il candidato di Un’altra Ferrara -, se ci saranno i margini presenteremo immediatamente un esposto in procura”.

Lo storico leader dei Radicali ferraresi conclude poi con un appello ai suoi colleghi candidati: “Uno sono io, l’altro è l’attuale sindaco. Mi rivolgo agli altri sei, senza polemica: non avete nulla da dire? Solo con un’unica voce si può sperare che l’amministrazione cambi questa gestione della campagna elettorale. È una questione di principi, e va sempre bene ribellarsi per i principi. La democrazia va difesa giorno per giorno”.

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