Cronaca
16 Aprile 2014
Il Codacons: "Viaggiatori costretti ai Frecciarossa". E i comitati restano esclusi dal confronto sulla Carta dei Servizi

Tagli ai treni: Ferrara perde gli Intercity

di Ruggero Veronese | 4 min

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admin-ajax (24)Fine corsa per gli Intercity Trieste-Roma. Dal 5 giugno verrà soppresso il servizio diurno dei treni sulla principale tratta che collega il centro Italia con il Nord-Est della penisola. Si tratta di quattro treni che attualmente passano a Ferrara alle 10,40 e alle 16:30 (in direzione Roma) e alle 15:16 e alle 20:16 (verso Trieste), sacrificati dai vertici di Trenitalia assieme ad altri sei Intercity sul territorio nazionale. Una decisione dettata – secondo l’azienda – dalla scarsa convenienza dell’investimento: i treni che viaggiano verso il pensionamento non sono inclusi nel contratto di servizio sottoscritto dallo Stato con Trenitalia, e la loro sopravvivenza è quindi legata agli incassi della vendita dei biglietti.

All’appello – secondo le stime di Trenitalia – mancano circa 30 milioni di euro per coprire i costi gestione. Da qui la decisione del taglio ai servizi, anche se non mancano le lamentele di comitati che sottolineano come per effettuare lunghi spostamenti, con la scomparsa degli Intercity diurni, gli utenti saranno costretti a utilizzare solo i costosi Frecciarossa o Frecciargento, o a effettuare interminabili scali lungo le più disparate linee regionali. Un argomento su cui già il Codacons si è espresso poche settimane fa: “Se gli Intercity fossero rami secchi, e così non è – spiegano i responsabili dell’associazione dei consumatori -, lo sarebbero solo perché ce li hanno fatti diventare, mettendoli in orari improbabili, con orari d’arrivo inutilizzabili. Con questa strategia in questi anni i viaggiatori sono stati progressivamente costretti a passare dagli Espressi agli Intercity, dagli Intercity agli Eurostar, dagli Eurostar ai Freccia Rossa, pagando sempre più soldi per gli stessi identici viaggi”.

Per verificare le conseguenze che il taglio avrà per i ferraresi – o per i visitatori in arrivo in città – basta consultare orari e tariffe di Trenitalia. Un viaggio in seconda classe fino a Roma con l’Intercity costa 45,50 euro con un tempo di percorrenza di 4 ore e mezza, mentre con il Frecciargento si passa a 2:45 ore di viaggio con una tariffa di 63 euro. Le altre opzioni sono quelle di dirigersi a Bologna con un treno regionale e poi salire sul Frecciarossa (63 euro, circa 3 ore e mezza tra scalo e viaggio) o – caso estremo – di effettuare tutto il viaggio sui treni regionali: il costo può scendere sotto i 40 euro, ma i tempi di percorrenza possono superare le sette ore tra viaggi e tempi di attesa.

Nel frattempo continuano le battaglie dei pendolari anche sugli altri fronti, ben noti a chi utilizza quotidianamente i servizi ferroviari. A partire dalle normative europee sui diritti dei passeggeri, non ancora recepite dall’Italia. La Commissione Europea ha infatti deferito l’Italia alla Corte di Giustizia Europea per non aver rispettato gli obblighi che dovevano essere applicati entro la fine del 2009, in particolare per non aver istituito né un sistema di sanzioni né un organo ufficiale di controllo per temi come l’accessibilità per i cittadini disabili, i rimborsi in caso di ritardi e soppressioni o la trasparenza dei reclami che giungono all’azienda. Altro tema, su cui sta particolarmente insistendo il comitato dei pendolari ferraresi è quello dello stato di manutenzione degli impianti di riscaldamento e climatizzazione. In una lettera alla Regione e a Trenitalia, il presidente del comitato ferrarese Mauro Vignolo chiede di avere “informazioni relative ai piani di manutenzione degli impianti, con particolare riferimento alle condizioni igieniche dei climatizzatori, quali la pulizia e la sostituzione dei filtri”. Un tema particolarmente importante durante i cambi stagione, in cui gli impianti riprendono il servizio dopo mesi di inattività.

Ma il vero confronto da cui partire, secondo i comitati emiliano-romagnoli, sta a monte di tutti i problemi. “Non siamo stati coinvolti nella discussione sulla nuova Carta dei Servizi – ci spiega Vignolo -. Nessuno ci ha chiesto un parere”. Eppure proprio questo documento determina gran parte dei servizi di trasporto ferroviario. Il Crufer, l’associazione che riunisce tutti i comitati pendolari della Regione, non fa sconti a Trenitalia e Tper. “Un documento unilaterale che non tiene conto delle indicazioni che i rappresentanti degli utenti hanno fatto loro pervenire in forma ufficiale”: questo il giudizio sulla nuova carta dei servizi, che presenterebbe quattro punti critici. A partire dalla “arbitrarietà delle modalità di calcolo dei dati consuntivi da confrontare con gli obiettivi di puntualità: metodi fissati in modo unilaterale, allo scopo di minimizzare gli scostamenti dagli obiettivi”, per poi passare alla “totale mancanza di tracciabilità delle procedure di raccolta e smistamento degli oggetti smarriti” e alla “estrema farraginosità e soglie minime troppo elevate per ottenere i rimborsi per i ritardi, evitando, come da noi richiesto, di pubblicare il numero di domande di rimborso”. Fino ad arrivare alla “scarsa percentuale di treni abilitati al trasporto delle persone disabili che, dal 20% del 2013, passerebbe al modestissimo 30% nel 2014, senza indicare come avverrebbe questo incremento”.

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