È iniziato con l’imputato contumace il processo per violenza sessuale a carico di un sessantenne di nazionalità egiziana, residente in provincia di Ravenna. La vittima è una delle tre ragazze delle notti folli di fine febbraio del 2011 che Estense.com aveva già raccontato a suo tempo http://www.estense.com/?p=348618. Le tre minorenni, ospiti in una comunità famiglia, erano abituate a scappare e far perdere le proprie tracce per giorni. Prendevano un autobus per una qualunque destinazione, poi qualche passaggio in macchina, si offrivano sessualmente a qualche uomo per un po’ di denaro o a qualche ragazzo più grande per della droga e poi terminavano la loro fuga in discoteca o in qualche festa.

Lo scorso dicembre venne processato e assolto un giovane che le ospitò ed ebbe rapporti sessuali con una di loro, ignaro dell’esatta età della partner occasionale. Ora inizia un nuovo processo nato dalle dichiarazioni che le tre riferirono alla polizia dopo la loro ultima fuga. Il 24 febbraio del 2011 le minorenni fuggono dalla comunità. Incontrano un loro conoscente che le ‘beneficia’ di 400 euro e di un cellulare. Spendono i soldi nei negozi di via San Romano a Ferrara, tra profumi vestiti e cosmetici. È qui che per caso le incrocia la coordinatrice del centro, che chiama i carabinieri. Il giorno dopo stesso copione. Saltano il cancello e sono di nuovo fuori dalla casa di accoglienza. La fuga durerà qualche giorno.

Nel loro peregrinare tra un garage di un amico e una corriera finiscono ai lidi. Fanno autostop sulla Romea e trovano un passaggio da parte del’odierno imputato. Lui le porta da un suo amico, comacchiese di 64 anni. Rimangono a cena e, intimorite dalla situazione, chiedono subito di andare a dormire. Il padrone di casa però le raggiunge nella camera da letto e pretende di dormire con loro. Due delle tre ragazze – le due di 13 anni – vengono palpeggiate, una terza riesce ad allontanarsi in tempo e si mette a dormire sul pavimento.

La terza subirà a suo dire palpeggiamenti il giorno dopo, dall’egiziano che aveva offerto il passaggio e che era venuto a ‘trovarle’ in casa dell’amico.

Una volta sentite dagli inquirenti, le ragazze vengono accompagnate sul luogo della presunta violenza. Nel corso di un breve appostamento riconoscono sia la casa che il proprietario. Questi, il comacchiese, è già stato condannato in patteggiamento. L’amico invece, difeso dall’avvocato Marina Tambini del foro di Ravenna, è ora “imputato per aver costretto la minore a subire atti sessuali”. Mentre lavava i capelli alle sedicenne avrebbe allungato le mani.

La difesa fa notare come la presunta violenza sia venuta fuori solo in un secondo tempo. La parte offesa non aveva fatto cenno alle molestie sessuali una volta sentita dalla polizia. Solo in un secondo momento la ragazza riferisce dell’episodio.

Ieri in udienza, dopo l’ammissione delle liste testi, il giudice ha rinviato le parti ad aprile.