Cronaca
6 Novembre 2013
Sel critica l'input della Provincia. Per il dirigente scolastico Ponticiello va analizzato ogni contesto

Scuola e settimana corta: “Scelta autolesionista”

di Redazione | 4 min

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studenti lezione genericaLa rimodulazione dell’orario scolastico su cinque giorni non risulta nuova né spaventa il dirigente scolastico provinciale, Antimo Ponticiello, che cita casi già esistenti in Italia e parla di autonomia decisionale di ciascuna scuola superiore dopo l'”input” dato dalla Provincia, avendo come primo obiettivo il mantenimento della qualità dell’attività didattica.

“Ogni scuola – spiega – farà le proprie valutazioni ponendo la questione al consiglio di istituto. Non c’è un problema di autonomia didattica. Ed è proprio avendo presente il livello e l’offerta didattica che verrà analizzata la fattibilità dell’intervento. La Provincia non ha fatto altro che suggerire una valutazione lasciando assoluta libertà agli organi degli istituti che sono gli organismi preposti a questo genere di decisioni. C’è comunque un programma curricolare da seguire e si dovrà analizzare l’eventualità partendo dal contesto”.

E’ solo una delle voci che si sono levate a commento della recente scelta del liceo classico “Ariosto” di far partire la sperimentazione della “settimana corta”, dal lunedì al venerdì, dal prossimo anno per le classi del biennio. Scelta che, come riferito da Estense.com, verrà presa con tutta probabilità anche dagli altri licei, “Carducci” e “Roiti”, che in questo modo risparmieranno – è questa la motivazione del suggerimento della Provincia – sul riscaldamento, così come dovrebbero risoversi nelle intenzioni della Provincia diversi problemi di trasporto.

La questione ha sollevato tuttavia molti dubbi sull’opportunità di ridurre la settimana di frequenza scolastica per la necessità di aumentare il numero di ore in alcune giornate così da mantenere le canoniche 27 ore settimanali, circostanza che potrebbe avere come conseguenza un calo di attenzione da parte degli studenti soprattutto al termine della lunga mattinata di lezioni. “Il calo fisiologico di attenzione – commenta ancora Ponticiello – farà parte dell’analisi di contesto che ogni scuola dovrà compiere. Del resto l’eventuale decisione non sarà cristallizzata, il che significa che potranno essere apportati correttivi in corso d’opera”.

Di ben altra opinione il circolo Don Chisciotte di Sinistra Ecologia e Libertà di Ferrara, secondo cui il tema che stanno affrontando gli organi collegiali delle scuole secondarie di Ferrara e provincia può avere pesanti ricadute pratiche nella vita quotidiana degli studenti e delle loro famiglie. Gli studenti che hanno orario settimanale di 30 ore – è l’esempio di Sel – non andrebbero più a scuola dalle 8.10 alle 13.10 dal lunedì al sabato ma le lezioni a scuola sarebbero dal lunedì al venerdì dalle 8.10 alle 14.10 o alle 15.10 nelle giornate da 7 ore. “Lo sappiamo bene – commenta Sel – che il totale delle ore settimanali non cambierebbe, ma la scuola non è un contenitore di oggetti dove, spostandoli a piacimento, il totale resta “invariato”. La scuola è un luogo di soggetti che hanno aspettative, bisogni, capacità, emozioni che se non considerate adeguatamente producono un totale “avariato””. La contrarietà di Sel è motivata proprio da questioni legate alla “qualità dell’insegnamento, dell’attenzione, della motivazione, della concentrazione”, che in una situazione simile “non possono migliorare”. “Pertanto – è la conclusione – tale proposta ci sembra un assurdità e se non vivessimo in una realtà paradossale verrebbe da chiedersi quale coerenza ci sia fra il propagandare la scuola come luogo di istruzione e di socializzazione da tenere aperto giorno e notte e quello di farsi più realisti del re, applicando la stessa logica distruttiva che ha contraddistinto i governi degli ultimi anni. Chi, in campagna elettorale, parlava di investire sulla scuola, ora non si accorge di penalizzare proprio le scuole con la scusa del risparmio energetico? Possibile che si voglia peggiorare ancora un contesto già sofferente sul quale si è tagliato in maniera pesante mentre si potevano efficacemente eliminare le spese in altri settori o recuperare risorse in altri campi”.

Sel invita quindi a riflettere sul percorso che uno studente deve fare per essere a scuola alle 8, sia che abiti vicino alla scuola sia che provenga da 60 chilometri di distanza, considerando anche i tempi di ritorno al termine delle lezioni alle 14 o alle 15. Non rimarrebbe molto tempo agli studenti per studiare, riposare fare attività sportiva, socializzare o altro. L’invito di Sel è rivolto anche ai consigli di istituto affinché si creino occasioni di confronto con studenti e genitori per considerare attentamente “le pesanti conseguenze che la scelta di accorciare la settimana, allungando i tempi di scuola giornalieri, potrebbe avere”. “A nostro modo di vedere – è la conclusione – questa proposta è autolesionista e molto distante dai bisogni della scuola secondaria italiana”.

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