Cronaca
5 Novembre 2013
Il liceo classico ha già deciso. Ora Carducci e Roiti. La sperimentazione nel biennio già dal prossimo anno

Solo 5 giorni a scuola

di Marco Zavagli | 4 min

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25Aprile. “La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”

“La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni, e che auguro a voi di non sentire mai”. 

È con le parole di Piero Calamandrei – tra i padri fondatori della Costituzione – che il sindaco Alan Fabbri apre il suo intervento durante la celebrazione del 25 aprile, dopo l’alzabandiera e il picchetto d’onore. 

admin-ajax.phpMentre si attende che il governo tagli le Province, le Province tagliano i servizi essenziali. Dal prossimo anno le prime classi del liceo “Ariosto” rimarranno a casa il sabato. Studenti e insegnanti si dovranno accontentare di cinque giorni per sviluppare le 27 ore di lezione canoniche. E, con tutta probabilità, anche gli altri due licei della città, il “Roiti” e il “Carducci”, si adegueranno al nuovo corso. Un corso ‘suggerito’ dalla Provincia, l’ente cui la Regione ha delegato la materia per quanto riguarda le medie superiori. Il motivo? Si risparmia in riscaldamento e si risolvono problemi di trasporto.

La “settimana corta”, che ha già un precedente in Lombardia, entrerà nel Pof (il programma dell’offerta formativa) già a partire dal prossimo anno scolastico per il liceo classico di via Arianuova. Mercoledì scorso, dopo il voto favorevole del collegio dei docenti, è arrivata anche l’approvazione a maggioranza del consiglio di istituto. Solo tre i voti contrari: due professori e un genitore. La sorpresa riguarda per il momento solo il biennio. La sperimentazione partirà con le prima classi, che varcheranno la soglia dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 13 e, per due volte a settimana, dalle 8 alle 14.

La novità nasce da un “suggerimento” arrivato dalla Provincia: i tagli alla scuola sono sempre più pressanti e questo è stato il modo di correre ai ripari. Prima della proposta della “settimana corta” era arrivata quella di diminuire i rientri pomeridiani. Lo conferma Alessandra Zangherati della Cisl Scuola: “la Provincia ha chiesto alle scuole superiori di accontentarsi di due rientri pomeridiani anziché quattro. Comunque ogni decisione spetta agli organi degli istituti didattici, in virtù dell’autonomia scolastica. Personalmente come genitore non avrei piacere, perché dopo i nostir figli non hanno più tempo per attività sportive o ludiche o per i pasti a orari decenti. Come sindacato, invece, per noi è prioritario che non si modifichi il numero delle ore di lezione; certo che i risparmi possono arrivare da altre fonti…”.

L’esempio dell’“Ariosto”, si diceva, dovrebbe essere seguito a breve da “Carducci” e “Roiti”, che in questo modo risparmieranno sul riscaldamento tenendo le succursali chiuse il sabato. Al momento anche altri istituti ne stanno valutando l’opportunità.

Tutto è partito, come detto, dalla Provincia che avrebbe chiesto alle scuole di collaborare in un’ottica di risparmio energetico. Tra le poche voci fuori dal coro dei consensi c’è stata quella dell’Unione degli Studenti, che nel consiglio di istituto del classico conta su quattro rappresentanti. L’Uds ha incontrato la presidente Marcella Zappaterra a fine ottobre. “In quell’occasione ci ha ricevuto per ascoltarci sull’edilizia scolastica – conferma Margherita Dondi -, ma abbiamo toccato marginalmente anche questo aspetto. Ci ha detto che ha suggerito quest’idea ai presidi ai fini di ridurre lo spreco. Le abbiamo risposto che non spetta alla Provincia decidere in materia didattica. La presidente allora ha precisato di non aver ordinato niente, ma di aver solo consigliato ai presidi questa soluzione, per poi lasciar valutare a loro in autonomia se l’ipotesi sia vantaggiosa o meno”.

A quanto sembra non c’è voluto molto per incontrare l’approvazione dei dirigenti scolastici. Al momento il linguistico deve ancora

Il Carducci deve ancora rinnovare il consiglio di istituto. Alla prima riunione utile la proposta dovrebbe passare. Lo stesso vale per lo scientifico, come conferma il dirigente scolastico Donato Selleri: “abbiamo cominciato a riflettere. Ho posto la questione al consiglio dei docenti e il 26 novembre faremo un altro incontro in vista del rinnovo del consiglio di istituto cui spetterà la decisione. Questo in virtù di un ragionamento fatto con la Provincia, che ha sottolineato l’opportunità in termini economici e di logistica (trasporti scolastici, ndr) di adottare questa soluzione”. Il “Roiti” ha invece bocciato la proposta dei rientri pomeridiani, “che ci aveva avanzatao sempre l’amministrazione provinciale”, aggiunge Selleri, cui preme sottolineare che “tenere aperta una scuola per un’ora di riscaldamento può essere uno spreco. Ma non è questo in ogni caso il problema principale dell’istruzione superiore. I veri problemi sono l’edilizia scolastica, le tecnologie, la banda larga, il personale che cala continuamente, l’assenza di turn over, le strutture da manutene. E qui la Provincia può fare ben poco”.

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