Cronaca
1 Novembre 2013
C'era anche un complice in automobile nell'aggressione al rappresentante di gioielli. Refurtiva restituita ai proprietari

Rapina in Cortevecchia, l’antefatto

di Redazione | 2 min

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DI MATTEO MassimilianoAvevano cominciato a seguire il rappresentante di gioielli con una moto e un’automobile quando si trovava ancora a Bologna, aspettando il momento giusto per mettere a segno la rapina. E l’occasione propizia si è presentata in piazza Cortevecchia, a Ferrara, dove Massimiliano Di Matteo, Salvatore Candolfi e Giuseppe De Gaetano hanno aggredito e buttato per terra lo sventurato professionista mentre stava pagando il parcheggio, sottraendogli il trolley con la preziosissima merce e sfrecciando nuovamente verso il capoluogo emiliano, dove avevano la loro base operativa.

Quasi mezzo milione il valore della refurtiva. Quello che però i rapinatori non potevano sapere era che le squadre mobili di Napoli e Bologna erano già sulle loro tracce e li avevano pedinati dall’inizio, fino a Ferrara, dove li avevano persi di vista in mezzo al traffico. La rapina non è però passata inosservata, e subito gli agenti si sono posizionati sulla strada di ritorno aspettando il passaggio dei malviventi, per coglierli in flagrante con i gioielli.

Alcuni agenti della squadra mobile

Alcuni agenti della squadra mobile

È in questo modo che i tre artefici della rapina di ieri pomeriggio, 30 ottobre, sono stati scoperti e arrestati mentre attraversavano il casello di Bologna Arcoveggio. Di Matteo, 38 anni, Candolfi, 30 anni, e De Gaetano, 40 anni, erano da tempo nel mirino delle squadre mobili. I tre, tutti napoletani e con precedenti analoghi, anche in episodi a mano armata, sono stati riconosciuti dagli agenti posizionati nei pressi del casello, che hanno notato anche la sagoma del trolley rubato nel finestrino dell’automobile. De Gaetano è una vecchia conoscenza anche della squadra mobile di Ferrara per aver gestito un giro di droga nel 2007. Le indagini su di lui portarono anche a un ordine di custodia cautelare, nel 2010, in seguito al quale gli agenti della questura ferrarese lo arrestarono in trasferta a Napoli, il 20 settembre dello stesso anno.

Tutta la refurtiva è stata recuperata dagli agenti, che l’hanno riconsegnata ai legittimi proprietari.

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