Cronaca
28 Ottobre 2013

Erik scrive a don Pietro

di Redazione | 4 min

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admin-ajax.phpRiceviamo e pubblichiamo integralmente la lettera che Erik Zattoni scrive a don Pietro Tosi.

Buongiorno sig. Tosi,

mi perdoni se non la chiamo Don ma mi sembra ingiusto chiamarla così nei confronti dei tanti bravi sacerdoti che operano per bene in tutto il mondo.

Come vede le scrivo tramite questo quotidiano perché ho avuto modo di constatare che durante i nostri incontri non vengo ascoltato ma, anzi, mandato via in malomodo.

Lei, sig. Tosi, ora piange disperato, ma mi chiedo dov’era in questi 33anni, mi chiedo se avesse pianto così tanto se questa storia non fosse finita in prima pagina, mi chiedo se versa anche una lacrima per mia madre, mia nonna, i miei famigliari, oltre che per se stesso.

Lei sig. Tosi mi sembra dispiaciuto più per la sua famiglia che per la mia, lei mi sembra più dispiaciuto per la sua dignità che per quella di mia madre, mi sembra più dispiaciuto più per il proprio dolore che per quello arrecato.

Lei sig. Tosi non mi sembrò così dispiaciuto quando venni a chiederle spiegazioni riguardo questa storia, non mi sembrò dispiaciuto quando mi disse “ma io non ho fatto niente, in quella famiglia erano in tanti chissà chi è stato tra di loro a metterla incinta”, non mi sembrò dispiaciuto quando venni da lei con mia madre, dopo la sentenza, chiedendo le sue scuse e ci mandò via senza ritegno.

No sig. Tosi mi dispiace ma è troppo facile mostrarsi dispiaciuti adesso, non è sincero e non lo è mai stato.

Non lo è stato con la sua gente che le ha voluto bene, non lo è stato con la sua famiglia e non lo è stato con la mia.

Dice di non ricordare sig. Tosi di aver dimenticato e allora le ricordo io un paio di cose.

Le ricordo che ha violentato una ragazzina di 14 anni, che si fidava di lei, rendendola madre, le ricordo che si è accanito sulla famiglia di questa ragazza insieme ad altre persone del clero, le ricordo che ha accusato innocenti di aver commesso quello che in realtà ha fatto lei, le ricordo che mio zio Enzo ha dovuto sottoporsi all’esame del DNA nel 1982 per dimostrare di non essere stato lui ad abusare della sorella, le ricordo che lei l’aveva accusato, le ricordo che ha ucciso psicologicamente mia madre.

Le ricordo che mia madre è diventata mamma a 15anni, non ha avuto una vita come tutte le altre ragazze, ha perso il sorriso, la fiducia negli uomini, una parte di lei è morta quel giorno di settembre.

Le ricordo che tutto questo è successo per colpa sua.

Mia madre mi ha messo al mondo e mi ha amato come solo un genitore sa fare, è riuscita a trasformare l’odio dello stupro in amore per un figlio.

Mi ha cresciuto con l’aiuto di mia nonna e dei famigliari, ha cercato di non farmi mancare niente, mi ha dato tutta se stessa, mi ha dato valori che lei si sogna sig. Tosi.

Le ricordo sig. Tosi che lei viveva a 100 metri da casa nostra, prima che lo sfratto diventasse esecutivo, le ricordo che mi ha visto crescere per 5 anni.

Dov’era il suo dispiacere, dov’era la sua coscienza?

Dov’era la sua coscienza quando ha violentato mia madre?

Dov’erano le sue lacrime quando la presa con la forza e quando ci ha riprovato pochi giorni dopo?

Adesso è tardi per piangere sig. Tosi, dov’era in questi 33 anni?

Lei ha chiesto perdono a Dio, ma il perdono su questa terra si chiede agli uomini, e noi le sue scuse non le abbiamo mai sentite.

Comunque non si preoccupi sig. Tosi, se il suo Dio esiste non la sta di certo aspettando in paradiso.

Lei sig. Tosi ripete quanto di buono ha fatto per la comunità, è innegabile, ma questo non compensa il male fatto, non è una giustificazione, non basta a cancellare i nostri 33 anni di umiliazioni e dolore.

Parla sempre della sua vita distrutta ma si dimentica di aver distrutto la vita a mia madre.

Sa sig. Tosi, lei non è un padre per me, non lo è mai stato e mai lo sarà, non ho mai desiderato che lo fosse, ma comunque una cosa me l’ha insegnata, cioè come non deve essere un uomo, ed io questo l’ho imparato bene.

Mi auguro sig. Tosi che non abbia fatto del male ad altre persone, se così fosse questo è il momento giusto per confessarlo.

Nelle mie parole non c’è rabbia, non c’è odio, c’è delusione nel vedere un uomo, che, arrivato agli ultimi anni della propria vita non ha la dignità di chiedere perdono.

Lei sig. Tosi lei chiede a Dio di morire perché non ce la fa più, io come le dissi tempo fa le auguro 100anni.

Erik Zattoni

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