“Sono sconvolto dall’evento, ma ancor più dall’apparente silenzio riguardo allo stesso”. Ha contribuito ad allarmare ulteriormente i residenti della zona l’episodio che ha visto un ragazzo di 17 anni pungersi con un siringa abbandonata domenica sera nel parco di piazzetta Enrico Toti.
“La situazione è veramente grave – avverte Lorenzo Marcucci, organizzatore delle due feste per i bambini del quartiere Giardino di maggio e giugno e blogger di Ferrara Zona Stadio – in tutto il quartiere ma in particolare nell’area verde di Enrico Toti. Spesso le panchine e i giochi per bambini vengono occupate da persone legate in qualche modo allo spaccio di stupefacenti e, anche con atteggiamenti al limite del legale, hanno la capacità di far allontanare quasi tutti i genitori che si avventurano nell’area giochi”.
In questo modo, secondo Marcucci, diventa difficile chiedere ai residenti di “occupare positivamente” gli spazi. Con questo episodio, però, secondo molti si è superato il limite. “Ragazzi del quartiere che si ritrovano sotto casa sono un toccasana contro lo spaccio, ma occupare gli spazi, come più volte richiesto dall’amministrazione, è diventato un gioco molto pericoloso che può mettere a rischio una vita o rovinarla per sempre. Non possiamo più chiamarle percezioni soggettive”.
Proprio Marcucci aveva cominciato a organizzare, con l’aiuto del Comitato zona stadio, delle feste per bambini in quel parco, a maggio e poi a giugno. “Con i bambini abbiamo anche creato una scritta “Stop alla droga” (vedi foto) di sei metri per due da esporre. Speravo di ricominciare dopo la pausa estiva, ma dopo questo evento sospendo l’organizzazione. È impossibile chiedere a dei genitori di portare i propri figli dove accadono queste cose”.
Questa sera intanto si terrà la prima biciclettata antispaccio dopo la pausa estiva. “I residenti si muovono, ma da soli non possiamo fare molto – allarga le spalle il residente -. Serve una risposta forte e immediata dalle istituzioni e non parlo di una pulizia più attenta di alcuni luoghi, ma di ridiscutere l’atteggiamento tenuto sino ad ora nel quartiere”.
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