Comacchio
3 Settembre 2013
Il sindaco di Comacchio risponde alle critiche della Zappaterra: "Dalla Provincia scelte penalizzanti per Comacchio"

Fabbri: “Mai ferraresi, mai ravennati”

di Redazione | 4 min

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admin-ajax (9)Comacchio. “È opportuno che i cittadini possano esprimersi con uno strumento di democrazia diretta su una questione di prospettiva, e non di identità come definita dalla presidente della Provincia. I comacchiesi non si sentiranno mai ferraresi ma neppure ravennati”. Non si fa attendere la risposta del sindaco di Comacchio Marco Fabbri a Marcella Zappaterra, che dal palco della festa del Pd di Pontelagoscuro (vai all’articolo) esprimeva forti dubbi sull’idea di un referendum per un passaggio di Comacchio sotto la Provincia di Ravenna. “L’unica zona che, pur avendo infinite potenzialità turistiche – era una delle frasi più esplicite della presidente della Provincia -, ancora non ha trovato modo di sfruttarle rimane la costa. Vorrei capire se le sue ragioni per promuovere il referendum per passare con Ravenna sono valide o è solo propaganda per evitare di prendere decisioni necessarie sul Piano di sviluppo del Parco del Delta”. La Zappaterra parlava poi di “problemi lampanti” dei lidi comacchiesi e di “complesso di inferiorità giustificato”, criticando gli investimenti effettuati negli anni e affermando che “la Regione e la Provincia hanno fornito strumenti sufficienti per uno sviluppo efficiente”.

Tutte argomentazioni che vengono rispedite al mittente da Fabbri, che alla luce della futura – anche se ancora coperta da molte incertezze – abolizione delle Province, vede anche nella costituzione dell’Unione dei Comuni del Delta, con Codigoro capofila, una delle cause principali del malcontento sul litorale. “Il doppio quesito da discutere in consiglio comunale – afferma il sindaco comacchiese -, non vuole soltanto mettere in discussione l’attuale configurazione provinciale, ma pone un interrogativo importante rispetto all’obbligo prescritto dalla Regione di gestire in forma associata tra i Comuni alcune funzioni a livello provinciale, alle quali si aggiungeranno le funzioni delle Province stesse. Ad oggi questo assetto provinciale, nonostante l’attesa del riconoscimento del distretto turistico della costa emiliano-romagnola, ci impone di associare le funzioni con i comuni di Codigoro, Goro, Lagosanto, Massa Fiscaglia, Migliarino, Migliaro e Mesola. A tal proposito l’Unione dei Comuni ancor prima di costituirsi ha messo come paletto il fatto che il capofila e sede dell’Unione dovesse essere Codigoro. Scelta che ha visto la mia ferma opposizione pur in presenza di una “benedizione” a livello provinciale ma che, a mio avviso, è in contrasto rispetto al ruolo di leadership che, come dichiarato dalla stessa presidente Zappaterra, dovrebbe avere un comune come Comacchio”.

Fabbri risponde anche alle perplessità della Zappaterra riguardo allo strumento del referendum, ribadendone la legittimità ed efficacia nella situazione attuale. Dopo le dichiarazioni della presidente della Provincia (“volte – afferma Fabbri – a sminuire l’iniziativa referendaria”), il sindaco comacchiese punta sulla differenza tra la propria amministrazione (a 5 Stelle) e la storia recente delle altre principali forze politiche italiane. “Ricordo alla presidente – attacca Fabbri – come già nel 2008 Silvio Berlusconi e la sua coalizione hanno promesso agli italiani di abolire le province, per recuperare ben dieci milioni di euro, e a dire il vero anche il Pd, allora guidato da Veltroni, si sbracciava in tal senso, promesse ad oggi non mantenute. Mi auguro dunque che tali riforme possano essere portate avanti, al pari di una nuova legge elettorale, data la compresenza della compagine governativa Pd-Pdl, tenendo ben presente che trattasi di un procedimento molto lungo e complesso, che difficilmente potrà attuarsi dall’oggi al domani in particolare con un esecutivo estremamente debole e ‘scricchiolante'”.

E dalle responsabilità politiche nazionali, Fabbri passa poi a quelle delle amministrazioni locali, alle quali rinfaccia le scelte passate a suo avviso più fallimentari. “Alle accuse di autoreferenzialità e di incapacità di governo rispondo –prosegue il sindaco-, dicendo che a mio avviso appaiono maggiormente evidenti alcune scelte strategiche provinciali o di sistema non del tutto lungimiranti, che hanno penalizzato fortemente Comacchio. Ancora oggi da primo cittadino comacchiese mi domando come mai la Provincia o il sistema territoriale locale non abbiano il coraggio di riconoscere alcuni “errori” colossali, se così vogliamo definirli, come ad esempio la realizzazione del nuovo ospedale di Valle Oppio o dell’ospedale di Cona. Ci sono poi problematiche “croniche” che vanno ben oltre la competenza e le reali disponibilità anche finanziarie dell’amministrazione. Non è semplice spiegare alla gente come mai che nel comune turistico della Provincia che vanta oltre 5 milioni di presenze (seguito solo dal capoluogo con appena 300 mila presenze), il sistema provinciale, alla luce delle presunte incapacità dei comacchiesi, negli 50 anni ultimi anni non sia riuscito a far valere nelle sedi opportune la necessità di realizzare interventi che avrebbero giovato all’intera provincia, come ad esempio la realizzazione dei 30 km di ferrovia o l’allargamento o il sottopasso del Ponte Albani a Porto Garibaldi”.

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