Roberto Mascellani anticipa il tribunale e dichiara di rinunciare alle domande di concordato preventivo, dando il la alla procedura di fallimento per le società in liquidazione Magazzini Darsena spa e Darsena Fm srl. La decisione arriva dopo l’arbitrato sfavorevole delle due società dell’impero edile dell’ex patron del Basket Cluib Ferrara con Beni Stabili spa, la società che acquistò a suo tempo la galleria commerciale del Darsena City per poi stipulare con il costruttore una locazione finanziaria.
L’impugnazione della decisione arbitrale è stata valutata troppo greve di conseguenze per i creditori, fa sapere l’ufficio legale di Mascellani, che potrebbero veder caricare rispettivamente di 30 e 12 milioni il passivo di Magazzini e Darsena Fm (beni societari messi a disposizione dei creditori), portandoli a oltre 80 e quasi 20 milioni di euro. Questo con una contropartita giudicata troppo bassa: 50 di milioni di attivi per Magazzini e 3 per Fm.
Per i legali la mossa dell’imprenditore verrebbe incontro agli interessi dei creditori, “allo scopo di accelerare le procedure concorsuali che portino nei tempi più rapidi alle possibile soddisfazione degli stessi”.
L’anticipo del fallimento scioglie automaticamente la riserva di due settimane al termine della quale il giudice Stefano Giusberti avrebbe dovuto pronunciarsi sulla richiesta di concordato, ‘bocciato’ dalla richiesta di revoca del commissario Enrico Baraldi. La vicenda vede anche la commissariata Carife in prima fila tra i portatori di interesse, dal momento che l’istituto di Corso Giovecca vanta circa la metà dei crediti sugli immobili Darsena, che valgono un quarto del patrimonio del gruppo.
Gli avvocati Giampiero Martini e Andrea Lolli precisano in una nota che “la vicenda di queste due società interessa prevalentemente le sorti della Galleria commerciale di Darsena City, mentre prosegue lo sforzo di salvaguardia del valore patrimoniale delle restanti parti del comparto Darsena attraverso l’impegno delle società coinvolte e dei loro consulenti. L’obiettivo è quello di raggiungere una soluzione concordataria della crisi del Gruppo Sinteco nel più generale interesse di tutte le parti coinvolte”.
Rimane invece ancora aperta la strada del concordato per le altre società del gruppo Mascellani, tra cui Cir e Sinteco, che dovrebbero vedere riuniti i relativi procedimenti davanti al tribunale civile. Il passivo quantificato ammonta a quasi 250 milioni di euro.
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