Economia e Lavoro
18 Luglio 2013
L'azienda chiede una clausola di licenziamento per motivi tecnico-organizzativi. I dipendenti: "Un modo per liberarsi degli indesiderati".

Basell, è ancora stallo tra azienda e sindacati

di Ruggero Veronese | 3 min

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admin-ajax (12)Solo tre giorni al termine della procedura di mobilità, e ancora nessun accordo. I sindacalisti e le rappresentanze sindacali Basell escono dal palazzo della Regione di Bologna alle 18, dopo più di otto ore passate a cercare un accordo con l’azienda che ha aperto una procedura di mobilità per 55 dipendenti del centro ricerche Giulio Natta di Ferrara. La trattativa è ancora in stallo, bloccata ancora sullo stesso fatale nodo che anche 24 ore prima (vai all’articolo) aveva creato un muro invalicabile tra sindacati e società. I “licenziamenti per motivi tecnico-organizzativi”. O come suggeriscono i dipendenti Basell, i “licenziamenti a mano libera”. Gli altri dettagli sono stati concordati, e si comincia a intravedere un testo definitivo per quanto riguarda gli incentivi per i prepensionamenti e le fuoriuscite volontarie dall’azienda, che riguarderanno non solo il centro Natta ma che potranno essere estesi all’intero personale Basell ferrarese.

Due punti fondamentali su cui poggia l’intera trattativa, e attraverso i quali sarebbe possibile minimizzare l’impatto sociale di una decisione – il taglio di circa 10 milioni di euro dal centro ricerche ferrarese – ormai già decisa. Basell non tornerà indietro e la possibilità di presentare un piano industriale alternativo è ormai sfumata. Quello che i sindacati e i lavoratori chiedono alla multinazionale è però la possibilità di gestire nel tempo il ridimensionamento dello stabilimento, in modo da evitare emergenze occupazionali per il territorio. “Oggi la trattativa è stata sospesa dalla Regione, anche per ragioni di tempistica – spiega il segretario provinciale della Femca – Cisl Stefano Mantovani -, riconvocandolo domani a mezzogiorno. Il problema della trattativa è lo stesso di ieri: Basell non cede e vuole poter licenziare. Continua a ribadire che vuole una clausola di salvaguardia che permetta di operare licenziamenti per motivi tecnico-organizzativi. Un elemento superfluo rispetto agli altri due fattori, e che metterebbe in difficoltà i lavoratori che si sentono ingiustamente licenziati in eventuali cause legali”.

Le motivazioni per il licenziamento infatti, secondo i sindacalisti ferraresi, dovrebbero essere basate sulle clausole di inefficenza o indisciplina contenute nel contratto aziendale e di categoria, e non essere legittimati da una norma generale che potrebbe mettere in seria difficoltà i dipendenti. Il timore che si respira tra i lavoratori Basell, che questa mattina si sono riuniti in assemblea durante le due ore di sciopero annunciate ieri sera, è che la clausola dei licenziamenti per motivi tecnico-organizzativi possa trasformarsi in una sorta di “jolly” per l’azienda. Un elemento cioè che farebbe perdere senso ed efficacia alle due colonne su cui è stata incentrata la trattativa (gli incentivi per il prepensionamento e per le fuoriuscite volontarie), lasciando a Basell un ampio margine di discrezionalità nell’individuare i soggetti da licenziare. “Un modo – suggeriscono alcuni lavoratori dello stabilimento – per liberarsi della gente indesiderata”. Un concetto, quello delle “persone poco gradite all’azienda”, che era già stato suggerito dal segretario provinciale della Filctem – Cgil, Mauro Cavazzini, (vai all’articolo), e che per alcuni dipendenti sarebbe “la vera causa dell’intera vertenza”.

Durante l’assemblea i dipendenti Basell hanno deciso che, in caso di un mancato accordo (o comunque di una soluzione considerata sfavorevole), saranno possibili atti di mobilitazione all’interno dello stabilimento. Le delegazioni sindacali e della Provincia torneranno domani alle 12 a Bologna, al Palazzo della Regione, in cerca di un accordo che limiti i motivi di licenziamento alle sole clausole contrattuali. I tempi si fanno sempre più stretti: il 20 luglio sarà l’ultimo giorno per trovare una soluzione che salvi l’occupazione delle 55 persone inserite nella procedura di mobilità.

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