di Marcello Celeghini
È stata un’intervista a 360° quella a cui il direttore di Estense.com Marco Zavagli ha sottoposto il segretario provinciale Pd Paolo Calvano. Si è lungamente parlato della delicatissima situazione in cui è attualmente il governo Letta e quali prospettive si intravedono all’orizzonte, ovvero se staccare o meno la spina ad un governo nato dall’eccezionalità del momento. Numerosi poi sono stati i temi di attualità ferrarese toccati durante la conversazione: dall’emergenza lavoro in provincia, alla raccolta rifiuti, fino al recentissimo polverone sul ‘postribolo’. Non sono mancate neppure battute sul futuro di Calvano e sulle elezioni amministrative del prossimo anno che vedono già il Pd compatto sulla ricandidatura di Tagliani.
“Segretario, alle nostre spalle sullo sfondo bianco è disegnata in verde una moltitudine di teste, braccia alzate, volti. Facendo mente locale, pensavo che se non ci fosse disegnato anche il logo del partito forse la rappresentazione non sarebbe così facilmente associabile al Pd. Non faccio paragoni con la forza evocativa del Quarto Stato di Pellizza da Volpedo, o con la falce e il martello simboli identitari di operai e contadini, ma credo che già questo fatto sia indice di una ricerca ancora incompiuta di una identità”.
“Io, invece, dalla rappresentazione alle nostre spalle colgo benissimo uno spirito identitario del Pd. Mi balzano agli occhi, infatti, tre colori, il verde, il bianco e il rosso, i colori della bandiera italiana a cui il Pd dedica il suo impegno per migliorare la politica, le sorti di questo paese e dare una risposta a quei 29 milioni di persone nate dopo il 1970. Il Pd non è nato per sommare ex-Ds e ex-Margherita, questo partito si vuole rivolgere a tutti quegli elettori che guardano al progetto e non alle ideologie. Ora serve un congresso che formi la cultura del Partito Democratico”.
“Rimango sul tema della rappresentatività. Un partito si chiama partito perché prende le parti di, si rivolge a una parte e non a tutto l’elettorato. Su queste basi è possibile compiere scelte di campo. Penso ad esempio alla Serracchiani, che pochi giorni fa su questo palco ha affermato che ci sono questioni fondamentali che vi rendono diversi dai vostri attuali alleati. Ma per chi queste posizioni appaiono diverse? E quindi oggi il Partito Democratico di chi prende le parti?”
“Il governo di larghe intese non ci deve assolutamente trarre in inganno sui valori. Nella destra italiana, oggi, manca il senso di rispetto della Costituzione. Con la difesa ad oltranza dei casi giudiziari del suo leader, la destra dimostra di dare più importanza a vicende particolari che ai grandi problemi che affliggono il paese. Dimostrano anche di non condividere il fondamentale principio della divisione dei poteri. Se Berlusconi il prossimo 30 luglio verrà condannato, da parte del Pd non ci deve essere alcun tentennamento dovuto al fatto che ce lo troviamo come alleato di governo. Significa che potrebbe cadere il governo e questo per noi non è certo un problema. Non è più possibile sottostare a diktat quotidiani che legano le sorti del governo Letta all’andamento dei procedimenti giudiziari a carico di Berlusconi. I nostri valori e i nostri principi ci forniscono un limite di sopportazione di questo governo. Il mio rammarico più grande è quello di non riuscire a farci percepire come quelli che dettano la linea di governo, sembra che la subiamo”.
“Passiamo alle vicende nostrane. Non si può dire che si sia passati inosservati in questi ultimi anni dall’occhio della magistratura”.
“Credo che il Pd abbia saputo gestire in modo diverso i propri casi, affrontando i processi con il massimo rispetto della giustizia, attendendo serenamente i verdetti dei tribunali. Vedi il caso Area, che ha già visto due assoluzioni. Rimango su Area per parlare della gestione dei rifiuti. Nella nostra provincia abbiamo ben quattro aziende diverse: una nell’Alto ferrarese, Cmv, una nel Basso, Area appunto, una che opera attorno a Ferrara, Hera, e una che opera nel portuense-argentano, Soelia. Nei decenni passati si è arrivati ad avere queste quattro aziende poiché secondo le necessità di allora la frammentazione poteva avere benefici sui servizi, oggi non è più così, oggi questa frammentazione rappresenta un punto debole. Il partito supporterà solo gli amministratori che avvieranno questo processo di unione. Sarebbe auspicabile che restassero solo due di queste aziende; Hera per la città e Area, Cmv e Soelia unite per tutto il resto del territorio. Infatti cosa ce ne facciamo della territorialità se diventa un valore solo da difendere senza che abbia degli effetti concreti sul territorio, discorso che vale anche per la vicenda Carife”.
“Propongo una metafora calcistica. Se Tagliani è il Messi del Pd ferrarese, è possibile che nei prossimi mesi in vista delle prossime amministrative spunti un Neymar dell’area del centro-destra estense? Mi riferisco alle anticipazioni di Estense.com sulla lista di Rendine e quella dei moderati di centrodestra con il Pdl disposto a rinunciare al proprio simbolo… Tagliani sta già stappando lo spumante?”.
“Queste voci mi consolano, perché per un momento ho creduto che il centrodestra avesse in mente di candidare il vescovo per appianare il vuoto di progetti, male cronico della destra ferrarese. Il vescovo, invece, in merito al ‘postribolo’, ha legittimamente espresso le posizioni che la sua figura di religioso e pastore gli impongono di fare. Per la cronaca, io alle 3 di notte dormo e dormivo a quell’ora anche a vent’anni. La destra ferrarese sta sfruttando le dichiarazioni del vescovo per fare propaganda essendo l’unica tematica con cui può attaccare l’amministrazione dopo essere stati in silenzio per quattro anni. Io spero sinceramente che il centrodestra trovi il modo di presentarsi in modo credibile alle prossime elezioni comunali”.
“Se Tagliani mette d’accordo tutti a Ferrara, non si può dire lo stesso dei vertici del partito a Roma”.
“Il prossimo segretario nazionale sarà una persona in grado di salvare il progetto del Partito Democratico. Nelle candidature di Cuperlo e Civati non vedo questo, anzi vedo un salto all’indietro. Nelle candidature che ci saranno, andrò a cercare il desiderio di far rinascere il sogno del Pd senza rigurgiti nostalgici”.
“E a livello regionale? Tutti vedono un Calvano proiettato alla segreteria regionale del partito…”
“Io fino all’ultimo giorno farò il mio dovere come segretario provinciale di Ferrara. Poi si vedrà, certo non nego che se ne parli. Se però Bonaccini decidesse per il suo secondo mandato, troverebbe in Paolo Calvano il suo più grande sostenitore. Perché in questi anni l’attuale segretario regionale ha svolto il suo compito in maniera encomiabile”.
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