di Daniele Oppo
Dagli esperti arrivano ulteriori chiarimenti e, per quanto possibile, rassicurazioni sulla sicurezza sismica dell’eventuale nuovo impianto geotermico che, abbandonata l’ipotesi Pontegradella, dovrebbe ormai aver trovato la sua sede, per ora ipotetica e tutta ancora da valutare, in via Gramicia, dove sorge l’ex inceneritore.
Ad esporre le analisi tecniche sono stati Marco Mucciarelli ed Enrico Pariolo dell’Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale (Ogs) di Trieste (i cugini del Ingv), ma anche Monica Marchi del Servizio valutazione impatto ambientale della Regione Emilia Romagna e Luca Martelli del Servizio geologico regionale, intervenuti in un’affollata riunione della 4.a commissione consiliare del Comune di Ferrara, riunitasi nel pomeriggio presso la sede municipale per volontà dell’assessore all’ambiente Rossella Zadro.
“Il nostro compito è verificare la pericolosità sismica del progetto – spiega Mucciarelli, il primo ad intervenire – seguendo determinati parametri per salvaguardare la vita umana e la stabilità dell’edificio”. Il sismologo chiarisce poi la posizione indipendente dell’Ogs: “noi facciamo parte del Ministero dell’istruzione e agiamo come un soggetto terzo le cui osservazioni vanno poi valutate da un altro ente pubblico che deve decidere; è vero che le nostre analisi le pagano chi presenta il progetto (Hera in questo caso), ma solo perché usiamo strumentazione molto costosa e non vedo la ragione per la quale debba essere la collettività a pagare”.
Parlando della nuova centrale secondo Mucciarelli: “questo tipo di operazioni geotermiche sono quelle che generano il più basso rischio sismico di origine antropica perché, a differenza di attività come quelle compiute nell’Amiata dove si produce energia elettrica con stimolazione di vapore, reimettendo acqua fredda per tirare fuori vapore, qui siamo in un impianto a circuito chiuso con scambio di acqua calda per acqua calda, dove non c’è variazione della pressione e dove c’è anche meno stress meccanico”.
Queste operazioni possono indurre “eventi registrabili – continua Mucciarelli -, ma è improbabile che generino eventi inaspettati e improvvisi che creino problemi alle persone”. Dallo studioso dell’Ogs giunge invece un ammonimento: “Non vorrei che questa attenzione sulla sismicità indotta distogliesse l’attenzione sulla sismicità naturale che a Ferrara è centinaia di volte più pericolosa e problematica; la sismicità indotta comporta un rischio sismico residuale e quella attivata (ovvero la sismicità naturale in qualche modo sollecitata dalle attività umane, ndr) è generata da oggetti su scale dimensionali molto più grandi, qui non abbiamo né le dimensioni spaziali, né la profondità, né le sovrappressioni”.
In ogni caso l’Ogs, come spiega Priolo, si preoccuperà di installare una rete sismica locale per valutare la sismicità naturale in modo da valutare tempestivamente l’eventuale attività sismica dovuta all’attività di esercizio: “intendiamo rilevare tutti i terremoti da 1,5 gradi di magnitudo, un livello accettabile per effettuare il controllo preventivo sulla sismicità indotta con i dati che verranno inseriti su un sito internet e resi pubblici”.
Parrebbe scongiurato anche il problema della subsidenza, argomento sollevato dal consigliere di Fli Francesco Rendine: “qui l’acquifero è diverso – spiega Martelli -, formato su carbonati mesozoici che sono una roccia compatta, cementata e non di tipo sabbioso e granulare. Inoltre -prosegue il rappresentante del Servizio geologico della Regione- l’impianto è a circuito chiuso che dunque protegge dalla subsidenza; comunque – rassicura – verranno fatte le valutazioni se si andrà avanti col progetto”.
Infine, l’assessore Zadro annuncia l’avvio di un percorso di coinvolgimento e informazione per gli abitanti di Malborghetto – la zona interessata all’eventuale nuovo impianto, per il quale, lo si ricorda, bisognerà riavviare tutte le pratiche burocratiche ed effettuare uno screening esplorativo – e per tutta la cittadinanza.
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