Cronaca
7 Febbraio 2013
Il gup dichiara non luogo a procedere per alcuni capi di imputazione

Cona, una condanna e undici rinvii a giudizio

di Marco Zavagli | 3 min

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adminUn anno a Pinelli e rinvio a giudizio, parziale, per tutti gli altri imputati. Il tribunale di Ferrara ha terminato oggi pomeriggio alle 16 la lunga udienza preliminare sull’ ‘affaire’ Cona.

La procura aveva chiesto il rinvio a giudizio per dodici persone, tra imprenditori e funzionari pubblici accusati di aver scelto materiale non idoneo e approvato perizie di varianti che hanno fatto lievitare i costi di realizzazione dell’ospedale.

Gli imputati che andranno a processo 8la prima udienza è fissata per il 6 giugno) sono Riccardo Baldi, ex direttore generale dell’azienda ospedaliero universitaria, Fulvio Rossi, ingegnere capo del Comune di Ferrara, Carlo Melchiorri, direttore dei lavori, Giorgio Beccati, il responsabile unico del procedimento, e Giuliano Mezzadri, progettista di Prog.Este. Con loro anche Ruben Saetti, Andrea Benedetti, Mario Colombini, Guglielmo Malvezzi, Nicola Fakes, Roberto Trabalzini.

Il maxi fascicolo su Cona, chiuso dopo tre anni di indagini, recava con sé 17 capi di imputazione, che ruotano attorno in primo luogo alla consulenza dell’ingegner Vincenzo Marinelli, che ravvisò problemi di durevolezza del materiale (ma nessun problema di stabilità o pericolo di crollo). Diverso dal capitolato iniziale sarebbe insomma il calcestruzzo utilizzato in alcuni segmenti dei lavori, quello di tipo RCK25 anziché l’RCK30. Il primo tipo di materiale sarebbe composto da un minor quantitativo di cemento, tanto da non garantire la conformità statica dell’ospedale nel tempo, prevista in almeno 100 anni secondo la legge. Di qui l’ipotesi di truffa aggravata ai danni dell’azienda ospedaliero universitaria Sant’Anna.

A questa contestazione si aggiungeva quella relativa alle cinque perizie di variante approvate in corso d’opera, per far fronte a un progetto esecutivo iniziale che – secondo gli inquirenti – sarebbe stato carente. Alla fine la struttura, che doveva costare 137 milioni di euro – di cui 97 a carico dell’azienda ospedaliera e gli altri a carico del concessionario -, è costata 25 milioni di euro in più. E questo, stando alle contestazioni dei pm, nonostante il prezzo stipulato dell’appalto non fosse modificabile. Proprio intorno ai capi di imputazione (i numeri 6, 11 e 17 dell’avviso di conclusione indagini) relativi alla variante sull’antisismica, sulle alte tecnologie e sull’omessa comunicazione dell’incompatibilità dell’ingegner Bendedetti, il giudice ha dichiarato il non luogo a procedere.

Per quanto riguarda Marino Pinelli, responsabile amministrativo dell’appalto, l’unico imputato ad aver scelto il rito abbreviato, il gup Silvia Marini ha emesso la sentenza di condanna a un anno per abuso di ufficio e falso ideologico. Per lui la procura di Ferrara aveva chiesto la condanna a 2 anni e 2 mesi.

Parzialmente soddisfatti gli avvocati delle difese, che hanno visto cadere capi di imputazione relativi alle varianti. “Già in sede di udienza preliminare – questo il commento nei corridoi del tribunale all’uscita dall’aula C – sono venute meno alcune delle ipotesi di reato di rilievo, a dimostrazione dell’inconsistenza dell’intera tesi accusatoria. Per dimostrare l’estraneità degli imputati alle altre attendiamo fiduciosi il dibattimento”.

Le motivazioni della sentenza verranno depositate tra 30 giorni.

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