Cronaca
9 Luglio 2012
La madre: "Qualcuno in questura sa la verità. E' giunto il momento di parlare"

Aldro bis, la corte d’appello conferma le condanne

di Marco Zavagli | 3 min

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La sentenza d’appello oggi ha confermato le condanne per Marco Pirani e Marcello Bulgarelli, i poliziotti condannati nell’ambito dell’Aldrovandi bis, quello per accertare depistaggi od omissioni nelle indagini sulla morte del 18enne Federico Aldrovandi.

Il 5 marzo 2010 il gup Monica Bighetti inflisse all’ufficiale di polizia giudiziaria Pirani 8 mesi per omissione di atti d’ufficio e all’ex capoturno della centrale operativa della questura Bulgarelli 10 mesi per omissione di atti d’ufficio e favoreggiamento (l’agente venne prosciolto invece per il reato falsa testimonianza).

Marcello Bulgarelli, difeso dall’avvocato Dario Bolognesi, venne condannato in primo grado per aver affermato il falso, “negando di aver interrotto la comunicazione telefonica con Luca Casoni (assolto) che si trovava in via Ippodromo alle 6.32” (il famoso “stacca…”). In aula, nel processo madre per l’omicidio colposo di Federico Aldrovandi, aveva detto che “io la registrazione non l’ho mai toccata…” e affermato di non aver mai staccato la registrazione della conversazione, “omettendo inoltre di riferire il contenuto della comunicazione”.

Marco Pirani, difeso dall’avvocato Gianluigi Pieraccini, venne condannato invece per avere, in qualità di pubblico ufficiale delegato alle indagini sulla morte del ragazzo, omesso di trasmettere alla procura la copia del registro delle chiamate tra polizia e carabinieri.

Attende ancora il pronunciamento dell’appello, invece, il terzo poliziotto condannato nel processo Aldrovandi bis, Paolo Marino, all’epoca dirigente della sezione volanti della questura di Ferrara. Marino fu condannato nel marzo 2010 a un anno per omissione per non aver informato dettagliatamente il pm di turno di quanto accaduto in via Ippodromo il 25 settembre 2005. La sentenza d’appello è attesa in autunno.

Intanto – in attesa delle motivazioni della sentenza che verranno depositate tra 90 giorni – già si preannuncia un terzo grado. Lo conferma il difensore di Bulgarelli, l’avvocato Dario Bolognesi: “Riponevamo molta fiducia nel giudizio libero della Corte di Appello di Bologna ma siamo rimasti delusi. Dubitiamo tuttavia che la sentenza possa reggere il vaglio della Corte di Cassazione alla quale ricorreremo”.

Delo stesso avviso l’avvocato Gian Luigi Pieraccini, difensore di Pirani, che si aspettava “l’assoluzione – ammette– o, in ultima istanza, la riqualificazione del reato in omessa denuncia, come chiesto dallo stesso procuratore generale”.

Pienamente soddisfatto è invece Fabio Anselmo, che ha assistito come parte civile la famiglia Aldrovandi in primo grado. “Un altro tassello del mosaico della giustizia – commenta – che trova la sua collocazione. L’omissione e il favoreggiamento sono reati “odiosi” per un pubblico ufficiale, a maggior ragione per un funzionario di polizia”.

Pensa già a provvedimenti disciplinari anche per chi “fuorviò le indagini” Patrizia Moretti. La madre di Federico crede che eventuali sanzioni amministrative siano “da emettere già adesso, perché ormai è chiaro che la questura di allora non ha funzionato a dovere. È evidente che se qualcuno ha depistato le indagini era al corrente di quello che successe in quel vuoto, in quel periodo buio, che nemmeno il processo è riuscito a illuminare”. Però, secondo lei, “qualcuno nella polizia di allora sa la verità e mi piacerebbe che ora parlasse”.

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