Economia e Lavoro
18 Giugno 2012
Assemblea di Unindustria Ferrara, Fava riconfermato presidente: “Il momento è drammatico”

Giannino: “I tempi della P.A. non sono quelli delle imprese”

di Redazione | 4 min

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"Sono molto stupito, e lo sono felicemente, da questa notizia, dal momento che conferma che le politiche che abbiamo adottato come maggioranza sono apprezzate dall’opposizione, e quindi riproposte". Sono le prime parole del sindaco di Argenta Andrea Baldini nel commentare l'intervento di ieri sulla stampa del coordinatore giovanile e di quello provinciale di Forza Italia, Nanetti e Toselli

Un’assemblea del tutto particolare, che arriva quasi un mese dopo il sisma del 20 e 29 maggio che ha così drammaticamente colpito anche la provincia di Ferrara, con lutti e danni pesantissimi alle persone e alle imprese. E anche la sede scelta per l’appuntamento annuale di Unindustria Ferrara, l’aula magna del nuovo ospedale di Cona, ha voluto dare un segno di cambiamento, di svolta verso il futuro per la comunità ferrarese.

L’assemblea, che ha confermato Riccardo Fava presidente anche per i prossimi due anni, ha visto una nutrita partecipazione di imprenditori associati, di ospiti istituzionali, tra i quali il sindaco di Ferrara, Tiziano Tagliani e della vice presidente della Provincia Carlotta Gaiani, del neo presidente di Confindustria Emilia-Romagna, Maurizio Marchesini, del giornalista economico Oscar Giannino.

“L’appuntamento di quest’anno –  ha detto nella sua relazione Riccardo Fava, dopo aver  voluto ricordare le vittime del sisma anche con un minuto di silenzio dell’Assemblea – arriva in un momento drammatico per la nostra regione e, in particolare, per la nostra provincia e per quella di Modena, colpite il 20 e il 29 maggio scorso da un sisma distruttivo che ha duramente ferito le nostre comunità, le nostre imprese, la percezione stessa di normalità”.

“Il sisma – ha spiegato Fava – ha colpito soprattutto l’area a più alta industrializzazione della nostra provincia, quell’Alto Ferrarese che realizza annualmente circa 5,4 miliardi di Pil, su un totale di 10 miliardi dell’intera provincia di Ferrara. Rapportata al resto del Paese, l’area colpita rappresenta il 10% del Pil dell’Emilia-Romagna e l’1% di quello nazionale. Oltre ai danni alle imprese nostre associate, che hanno toccato i 200 milioni di euro”.

Ora la priorità è ripartire, il prima possibile, tutelando la sicurezza di tutti ma garantendo una ripresa senza la quale la ferita del terremoto rischia di diventare cronica.

“Voglio dire che ce la faremo: sarà un impegno gravoso e difficile, ma ne usciremo ancora più rafforzati, a patto però che si verifichino determinate condizioni. Per questo – ha detto il presidente di Unindustria Ferrara – abbiamo contribuito ad elaborare le proposte di modifica al decreto sull’agibilità, perché venisse concessa a quegli immobili che non hanno subito danni. E’ un punto fondamentale, senza il quale tutto rischia di fermarsi irrimediabilmente.”

L’emergenza terremoto ha poi lasciato spazio ai temi più strettamente economici, legati alla situazione politica e congiunturale, in particolare al recente “decreto sviluppo”. “I lunghi negoziati tra i tecnici del Governo – ha aggiunto Fava – hanno di fatto impoverito i contenuti, tanto che lo stesso Ministro per lo Sviluppo Economico, Corrado Passera, ha ammesso che “certe cose si possono fare subito, altre con la spending rewiew e le dismissioni. In effetti, oltre al merito dei temi affrontati, il vero aspetto che ci preoccupa e suscita le perplessità più consistenti è quello legato alle effettive risorse economiche disponibili per rendere operative le misure annunciate. Il rischio è infatti che, anche a fronte di interventi mirati e corretti, i plafond dedicati siano così modesti da risultare insufficienti. Non sbilanciamoci – ha concluso – attendiamo il contenuto definitivo delle norme e ancor più come sarà indirizzato il gettito derivante dagli ulteriori tagli alle spese dei Ministeri”.

“Mi sembra che la risposta pubblica rispetto al terremoto – ha esordito nel suo intervento Oscar Giannino, che ha analizzato l’attuale situazione economico-finanziaria – non sia stata adeguata al fatto che, per la prima volta, un sisma di queste proporzioni ha colpito un’area ad altissime densità produttiva. I tempi della pubblica amministrazione non sono quelli delle imprese, per le quali le forniture, in particolare, non possono aspettare. Tutto questo in un momento nel quale lo Stato continua a chiedere a imprese e cittadini, in termini soprattutto fiscali, senza capire che i livelli di tassazione e di pressione erano già altissimi, rendendo di fatto impossibile la ripresa”.

“Ripartire il prima possibile, ripartire qui – ha sottolineato nel Maurizio Marchesini, neo presidente di Confindustria Emilia-Romagna – Il tempo è un fattore non trascurabile e l’attesa non è sostenibile oltre un certo limite. Non si deve generare frustrazione tra chi vuole ripartire il prima possibile, imprenditori e cittadini. La voglia di ripresa e di riconquista della normalità, minata dal sisma, va sostenuta e resa possibile in tempi brevi. La situazione della nostra economia regionale – ha detto ancora Marchesini – ha alcuni ambiti leggermente più positivi rispetto alla media nazionale, in particolare sull’export, ma di certo non compensa la situazione molto difficile che continua ad offrire segnali negativi. Per questo il sisma si inserisce su una situazione già molto critica e non c’è tempo da perdere per mettere in campo tutte le misure necessarie”.

L’Assemblea di Unindustria, oltre alla conferma di Riccardo Fava alla presidenza, ha votato i cinque vice-presidenti: Andrea Barzetti, Riccardo Maiarelli, Paolo Martinelli, Claudio Mingozzi, e Monica Talmelli.

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