Ha avanzato richiesta di patteggiamento il cavalier Paolo Bruni, uomo di punta dell’imprenditoria manageriale ferrarese e non solo. Ex presidente provinciale di Confcooperative (carica dalla quale si dimise proprio in seguito alla notizia delle indagini a suo carico), attuale presidente di Cogeca, Bruni, nel caso il giudice accettasse l’istanza avanzata dai suoi avvocati, potrebbe uscire dal processo con una condanna ridotta grazie appunto alla scelta del rito premiale.
La vicenda venne resa nota dal settimanale Panorama all’inizio del dicembre 2009, all’indomani dell’elezione a nuovo presidente di Cogeca (la Confederazione generale delle cooperative agricole dell’Ue). Il manager ferrarese, 52 anni, che vanta tra le sue cariche anche le presidenze di Fedagri e di Apo Conerpo (oltre che la vicepresidenza di Conserve Italia), venne accusato da un esposto dell’ex direttore di Confcooperative di Ferrara ed ex amministratore delegato allo sviluppo cooperativo, Vincenzo Sette, fino al giorno prima suo braccio destro (vai all’articolo).
A Bruni, secondo quanto riportato da Panorama, erano contestate fatture false e rimborsi spese gonfiati, grazie ai quali avrebbe incassato almeno 750mila euro negli ultimi anni. Bruni avrebbe perfino pagato una lussuosa festa di compleanno con i soldi sottratti ai soci delle cooperative bianche.
Secondo l’esposto, tra il 2006 e il 2009, Bruni avrebbe incassato almeno 300mila euro attraverso fatturazioni per servizi mai resi e avrebbe usato falsi rimborsi spese per sottrarre indebitamente denaro alle società delle cooperative. Si parlava di cifre enormi: 450mila euro tra il 2002 e il 2009 incassati per attività che non presentavano alcun collegamento giustificativo con l’attività di Confcooperative Ferrara o di Sviluppo Cooperativo.
Tutte “anomalie” delle quali Sette si sarebbe accorto una volta entrato come amministratore delegato (a partire dal 2004) nella Sviluppo Cooperativo, società di assistenza e consulenza alle aziende agricole aderenti a Confcooperative Ferrara fondata nel 1998.
In tutto il tempo passato a controllare le manovre del manager, Sette aveva accumulato copie di assegni, fatture, versamenti bancari, copie di giustificativi. Assegni, in particolare, usati per concedersi lussuosi svaghi come vacanze a Cortina, alberghi in località termali, noleggio di imbarcazioni a Porto Rotondo, pagarsi l’autista. Fino alla festa di compleanno in laguna. Per festeggiare i suoi 50 anni, il manager ferrarese si era concesso un party in un hotel d’elite con invitati vip, tra noti volti televisivi ed ex ministri, per la modica cifra di 75mila euro, pagati – sembrerebbe – da Sviluppo Cooperativo e Confcooper Agri (altra società nella quale Bruni ha assunto incarichi di vertice).