Inizia ufficialmente oggi a Mantova il processo a carico di Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi, e di tre giornalisti ferraresi (il direttore di Estense.com Marco Zavagli, quello della “Nuova” Paolo Boldrini e Daniele Predieri, sempre della gazzetta del Gruppo Espresso). Tutti e quattro sono imputati di diffamazione aggravata nei confronti della pm Mariaemanuela Guerra, per alcune frasi ritenute dal magistrato che si occupò all’inizio del caso Aldrovandi (salvo poi rinunciare per motivi personali e famigliari) lesive della propria reputazione.

Marco Zavagli è imputato per un articolo scritto da una collega, Alessandra Mura, che aveva già cercato di spiegare ai magistrati che era lei l’autrice del pezzo incriminato (riportante il giudizio di Patrizia Moretti sui primi mesi di indagine). Ciononostante pm e gip di Mantova (dove il processo è incardinato, in quanto la “Nuova” si stampa in quella città) lo hanno rinviato a giudizio in quanto “Alessandra Mura” poteva essere uno pseudonimo.

Non è stato sufficiente nemmeno mostrare la pagina del giornale dove è ben visibile la firma sopra l’articolo.

Al processo la pm Guerra si costituirà parte civile, ma solo nei confronti dei tre giornalisti, “risparmiando” Patrizia Moretti. Ai cronisti chiede un risarcimento di 300mila euro. A questi si somma la richiesta di 1 milione e mezzo di danni in sede civile contro la “Nuova”.

Oggi dovrebbe esserci un rinvio per impossibilità dell’avvocato Giovanni Flora, che assiste la Guerra. Tra i testimoni che potrebbero essere chiamati in aula ci sono praticamente i protagonisti della vicenda giudiziaria Aldrovandi: i giudici Francesco Caruso e Monica Bighetti, il pm Nicola Proto, gli ex procuratori capo Severino Messina e Rosario Minna, il giudice d’appello Luca Ghedini.

In lista c’è anche il sindaco Tiziano Tagliani che, accompagnò come avvocato in procura la testimone Anne Marie Tseguaeu.