Cronaca
12 Gennaio 2012
Quinta edizione del ciclo Anatomia della mente, curato da Stefano Caracciolo

La tragedia in poesia di Sylvia Plath

di Redazione | 3 min

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Stefano Caracciolo

Secondo appuntamento oggi, giovedì 12 gennaio, alle ore 16.30 nella cornice del Teatro Anatomico della biblioteca Ariostea, con la quinta edizione del ciclo ‘Anatomie della mente e altre storie’. Sei conferenze di varia psicologia’ a cura di Stefano Caracciolo, ordinario di psicologia pressola Facoltàdi medicina e chirurgia dell’università di Ferrara.

‘Toccati dal Fuoco: Sylvia Plath. La storia di Sylvia Plath e dei suoi legami familiari. Esplorazioni psicobiografiche’. É questo il titolo dell’incontro che vedrà il prof. Caracciolo ripercorrere la vita di Sylvia Plath attraverso l’analisi di documenti, lettere, diari, lettura di alcune poesie significative e la visione di filmati, compresi anche frammenti del film ‘biopic’ “Sylvia” di Christine Jeffs (2003) con Gwyneth Paltrow e Daniel Craig.

«La psicobiografia – afferma Caracciolo – non va alla ricerca di presunte diagnosi di patologie cliniche ma si propone di interpretare la vita, i comportamenti e le opere di persone, famose e non, con l’obiettivo di comprendere come il soggetto è pervenuto a certe mete evolutive e non a classificarlo in un sistema nosografico».

“C’era una volta nel Connecticut una ragazzina bionda che non sopportava suo padre e scriveva poesie. Suo padre faceva l’entomologo e studiava le api, ma morì quando lei aveva appena otto anni. Allora lei imparò ad odiarlo ancora di più perché la aveva lasciata sola con il suo odio ed il suo senso di colpa, che le si ritorcevano contro tanto da farsi del male da sola, da dover affrontare ricoveri, cure di elettroshock e infine terapie psicoanalitiche per curare il suo odio e ritrovare serenità. Cosa che infine avvenne e allora, divenuta ormai grande, attraversò l’oceano fino a Cambridge dove conobbe un bel ragazzo, anche lui poeta, e si amarono ed ebbero due bambini. Ma non vissero felici e contenti…”

La vita di Sylvia Plath (1933-1963) copre il breve arco di trenta anni, in cui ci ha regalato folgoranti e celeberrime poesie del genere cosiddetto ‘confessionale’: in prima persona Sylvia si racconta nelle sue esperienze di amore e di odio, di scoperta della natura e dei sentimenti come in Kindness (gentilezza) scritta poco tempo prima di togliersi la vita con la testa nel forno, dopo aver sigillato con asciugamani bagnati la porta che comunicava con la cameretta dove i suoi piccoli dormivano. In Toccati dal fuoco, dal titolo di un celebre libro della psichiatra americana Kay Jamieson, si esplorano i rapporti fra sofferenza psichica e creatività artistica attraverso la analisi psicobiografica, come già avvenuto in passato per Cesare Pavese e Jack London, mettendo l’accento sulla struttura e sulle dinamiche dei rapporti familiari. Per Sylvia Plath il difficile rapporto con il padre, descritto nella celebre poesia Daddy, si trasforma nell’appassionato rapporto d’amore con Ted Hughes, e poi nel suo orribile opposto quando Ted la lascia per una altra donna di nome Assia. Per terribile ironia della sorte, anche Assia si suiciderà lasciandolo solo con i figli e Ted Hughes, divenuto famoso,  poeta laureato della Corte inglese, si chiuderà in un raggelato silenzio su Sylvia da cui uscirà soltanto trenta anni dopo, poco prima di morire, pubblicando una straziante raccolta di versi d’amore dal titolo Birthday Letters (Lettere di Compleanno). Fino al doloroso epilogo del 2009, quando anche il loro secondogenito Nicholas, divenuto biologo marino, si uccide per impiccagione in Alaska, quasi cinquanta anni dopo la madre e la matrigna.

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