Economia e Lavoro
10 Novembre 2011
Sciopero a sorpresa in difesa dei lavoratori de La Ferrarese

Cona incomincia nel segno della disoccupazione

di Redazione | 3 min

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Nella foto, da sinistra: Giorgio Zattoni, Davide Fiorini, Jairo Attanasio

Quando, un giorno o l’altro, l’ospedale di Cona comincerà a funzionare, diciotto persone rischieranno di trovarsi senza lavoro. Si tratta di quelle ora impiegate senza un contratto a tempo indeterminato da La Ferrarese Service (in totale sono centoundici), che svolge servizi di porzionamento e distribuzione dei pasti sia al Sant’Anna sia alla Divisione San Giorgio, con le relative mense del personale.

In via Palmirano, indirizzo del nuovo nosocomio, tale attività sarà svolto dal gruppo vicentino ‘Serenissima’, che appartiene al consorzio d’imprese Prog.Este spa, il quale, in base alle regole del project financing, dopo aver progettato ed eseguito i lavori della struttura, per trent’anni ne gestirà i servizi. In particolare, Serenissima ha realizzato la cucina.

La Ferrarese non parteciperà invece all’appalto e, concludendosi il suo contratto in corso Giovecca il 31 dicembre (o eventualmente più in là se il trasloco tarderà ancora), ha iniziato le procedure di mobilità per tutti i suoi centoundici dipendenti. Mobilità non indennizzata, oltretutto, perché La Ferrarese non è obbligata a versare contributi a questo scopo.

Cosa sarà allora dei suoi lavoratori? “Questo non è un cambio d’appalto classico – ha ricordato in conferenza stampa il segretario generale della Uiltucs-Uil Giorgio Zattoni –, nel quale i dipendenti dell’impresa cessante passano a quella subentrante: è proprio un appalto nuovo. In un primo incontro – prosegue –, Serenissima ci disse che avrebbe avuto bisogno in totale di centoundici lavoratori”. L’impresa veneta già oggi ne impiega trentotto per cucinare i pasti del Sant’Anna, e queste passeranno tutte alla nuova struttura; gliene sarebbero servite altre settantatré. Morale: trentanove lavoratori de La Ferrarese in esubero, “e noi abbiamo detto no”, ha ricordato Zattoni.

Dopo un po’ di pressioni, in un secondo incontro, Serenissima accettò di impiegare tutto il personale de La Ferrarese assunto a tempo indeterminato, ossia novantaquattro persone, lasciandone fuori appunto diciotto. Da questa proposta l’impresa vicentina non si è ancora mossa.

Il problema non è però solo il numero delle “teste”, ma anche il contratto che sarà proposto loro, “e Serenissima non ci ha ancora detto quali contratti part-time intende impiegare, né per quante ore far lavorare i dipendenti”.

“Ci si è mossi solo una settimana prima del 27 ottobre, quando era previsto inizialmente il trasloco – denuncia il segretario generale della Filcams-Cigl Davide Fiorini –, nonostante già in giugno avessimo chiesto a La Ferrarese e a Serenissima un incontro”.

Un altro giallo riguarda l’estensione dell’appalto che ha assunto Serenissima: comprenderà anche la Divisione Ospedaliera San Giorgio e le mense del personale? “Secondo il sindaco Tiziano Tagliani ed il direttore generale del Sant’Anna Gabriele Rinaldi sì – racconta ancora Zattoni –, ma per Serenissima no”. Non è ancora chiaro, infine, se i lavoratori de La Ferrarese si vedranno riconosciuti per intero quanto maturato, ad esempio l’anzianità.

I sindacati, convinti di avere le istituzioni al proprio fianco, annunciano dunque “un giorno di sciopero, in una data che ancora non comunichiamo: siamo pronti anche a gesti che non garantiscano il rispetto dei servizi essenziali, vogliamo creare disagio”, annuncia Fiorini.

Tutto questo perché, conclude il segretario generale di Fisascat-Cisl Jairo Attanasio, “il nuovo ospedale non può addirittura penalizzare l’occupazione”.

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