Economia e Lavoro
6 Ottobre 2011
Insegnanti, personale Ata, studenti e genitori in piazza per lo sciopero

Usb Scuola contro tagli e privatizzazioni

di Redazione | 2 min

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L’Unione sindacale di base Ferrara Scuola aderisce allo sciopero proclamato nella scuola per l’intera giornata di domani, 7 ottobre.

«A quasi un mese dall’inizio dell’anno scolastico le classi – rileva una nota sindacale – sono ancora senza insegnanti, le sedi senza bidelli, tecnici e amministrativi. I tagli già effettuati dal 2008 si stanno abbattendo sulla scuola. Per primi hanno colpito i più deboli, come gli studenti che necessitano del sostegno, gli insegnanti inidonei, i precari; ora con il blocco dei contratti e delle pensioni e l’ introduzione dei contratti atipici, viene accelerato il processo verso la privatizzazione. Tutto questo mentre il ministro Gelmini, forse persa in un qualche tunnel sotterraneo, afferma che le manovre hanno toccato la scuola ‘minimamente’».

L’Usb scuola chiama dunque tutti gli insegnanti, il personale Ata, gli studenti e i genitori «a riconquistare una scuola pubblica, laica e di massa, difendendola dagli appetiti di privati e speculatori che, non solo in Italia, ma in tutta Europa, si stanno dirigendo verso questo settore». Parteciperà, inoltre, alla costruzione della grande manifestazione nazionale che si terrà a Roma il 15 ottobre, giornata internazionale del movimento «contro la politica dei ricatti della banca centrale europea, dell’Fmi e di tutti i poteri cha vogliono far pagare il debito ai lavoratori e le loro famiglie».

Per il 7 ottobre il punto di incontro sarà a Bologna alle ore 9,00 in via Galliera di fronte alla scuola ‘De Amicis’, per un presidio itinerante che toccherà nella mattinata alcune scuole simbolo della città. Coglieranno l’occasione per denunciare alla cittadinanza la grave situazione della scuola che, dopo i pesantissimi tagli al personale docente e Ata, non è più in grado di dare ai nostri ragazzi qualità e sicurezza. Centinaia di lavoratori Ata, dopo anni di servizio, sono stati gettati via e vivono una grave emergenza locale; sono quei lavoratori che il primo giorno di scuola rappresentarono la loro protesta sul tetto di una scuola e ai quali neanche la regione ha dato una risposta.

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