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4 Agosto 2011
Il ferrarese lancia il nuovo futurismo finalmente di sinistra

Il dopo Marinetti secondo Roby Guerra

di Redazione | 3 min

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La storia del futurismo dopo Marinetti in stile manifesti: questa in pillole la chiave di lettura del lavoro ufficiale del futurista ferrarese Roby Guerra dedicato appunto all’avanguardia italiana (ma non solo) in certo senso perduta.  Si sa, per decenni, certo ideologismo, nel secondo dopoguerra, fin quasi al centenario del 2009, ha occultato sia la grande stagione del futurismo storico, sia certa continuità, di nicchia, ma concreta nel secondo novecento stesso. Il futurista ferrarese (ricercatore anche per l’associazione culturale scientifica italiana cosiddetta transumanista -sede centrale Milano), come scrittore e protagonista ha attraversato e attraversa concretamente tale continuità aggiornata…: dal gruppo romano di Enzo Benedetto, attivo fino metà anni novanta e lo stesso artista Antonio Fiore (tutt’oggi attivo, anche nella biennale sgarbiana per il Lazio), ai nuovi e francamente di spicco percorsi neofuturisti del 2000.

Dal futurismo mediatico e neosituazionista del celebre Graziano Cecchini (l’uomo della Fontana Rossa e delle battaglie per il Tibet e la Birmania liberi) ai nativi digitali del web di Antonio Saccoccio (anche n Usa al Nemla recentemente per una conferenza sul cosiddetto futurismo scentifico..) a appunto ai transumanisti, prossimi al futurismo di Riccardo Campa (docente di sociologia della scenza a Cracovia- Polonia) attivi da alcuni anni, sezione italiana dell’angloamericana Humanity plus (che vanta tra  promotori scienziati di fama mondiale quali Aubrey de Grey e Ray Kurtzweil), ovvero il futuribile contemporaneo forse più noto e accreditato.

Quest’ultimi, come esempio della sorpresa a livello anche d’informazione, del lavoro retrospettivo di Guerra, hanno poi  ufficializzato il nuovo futurismo recentemente  a Milano (2010), nel convegno internazionale periodico TransVision 2010, a cura proprio degli italiani di Campa, con lo stesso Guerra tra i relatori, inclusi Saccoccio e Cecchini, oltre ai nomi internazionali del movimento.

Ulteriormente, sempre a cura degli italiani, nel 2009 è uscito uno speciale  Divenire 3 Futurismo- Autori Vari (rivista editoriale dei futurologi): Guerra poi nel 2010, in Divenire 4  (sempre Autori Vari, tra essi anche Vattimo, Schiavone e altri noti intellettual progressisti italiani)  ha anticipato con un breve saggio positivo e futuribile a… Marx, il proprio contributo strettamente personale al nuovo movmento futurista, anticipazione del futurismo di sinistra, libertario e neoporogressista, “cibernetico”, finalmente lanciato in questo lavoro che vanta anche la prefazione dello stesso Cecchini.

Pagine e parole anche in certo senso laterali ma puntuali su certo “postfuturismo”, dalla fantascienza italiana più recente (i connettivisti) a certa arte digitale ( Alessandro Amaducci ecc.),  a certa nuova filosofia italiana trasversale e antideologica (Sandro Giovannini, Stefano Vaj e molti altri), finanche certa creatività proprio ferrarese in certa avanguardia contemporanea. Il Video Festival The Scientist ad esempio (a cura  dal 2007 dei videomaker Vitaliano Teti e Filippo Landini).  Ferrara anche sede , nel 2009, proprio a cura di quest’ultimi, lo stesso Guerra, Cecchini ed altri di un centenario dedicato al futurismo vivente e contemporaneo, non caso evdenziato nello speciale Il Futuro del Futurismo da Rai Due e oggi sede off line del primo giornale autenticamente futurista del duemila, , Asino Rosso, a cura degl stessi Guerra e Cecchini, degli scrttori stessi ferraresi Maurizio Ganzaroli (o collaboratori) Zairo Ferrante, Gaia Conventi, già noti nel noir e in certa letteratura sociale italiana.

Il tutto, questo zoom sul futurismo contemporaneo, senza più ismi unidimensionali, obsoleti nella società liquida odierna, con sguardi infatti anche ben oltre il futurismo, attraverso manifesti (e anche poesie) definiti scientifici dall’autore, fin dagli anni 80…   con forse, le chicche significative recenti dedicate al rottamatore cosiddetto Matteo Renzi, sindaco di Firenze, e un netelogio originale, atipico e suggestivo, al grande indimenticabile Enrico Berlinguer.

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