Cronaca
16 Luglio 2011
Arrestata e subito liberata la titolare dell'appartamento nel centro di Ferrara in cui ospitava la 'collega' prostituta

Volevano specializzarsi in incontri ‘a tre’

di Redazione | 2 min

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La prostituzione non è un reato, ma il favoreggiamento alla prostituzione lo è eccome. E favoreggiamento è considerato anche ospitare in casa propria una ‘collega’  prostituta per effettuare prestazioni ‘a tre’. Per questo motivo è stata arrestata, e subito liberata su disposizione del magistrato, una 21enne rumena residente a Ferrara, L.N.V., individuata dai carabinieri del Norm di Ferrara dopo aver monitorato alcuni siti online di annunci a sfondo sessuale. Uno di questi, in particolare, ha attirato l’attenzione dei militari: si trattava dell’annuncio di una coppia di donne, con pubblicati i rispettivi numeri di telefono per essere contattate dai clienti e poter concordare con loro anche prestazioni “a tre”.

I militari dunque, in momenti diversi nel corso dei giorni successivi, fingendosi clienti hanno contattato quelle utenze, per verificare effettivamente la presenza delle donne e accertare l’indirizzo dove contattarle. Entrambe hanno fornito lo stesso indirizzo, in centro città. E’ quindi scattata l’operazione: uno dei militari, sempre fingendosi cliente, chiama uno dei numeri e risponde una ragazza, che successivamente lo fa entrare al civico segnalato dove in effetti ci sono due donne che lo invitano a spogliarsi per effettuare la prestazione. A quel punto il militare si qualifica e chiama in rinforzo i colleghi, con cui procede alla loro identificazone e alla perquisizione della casa alla ricerca di riscontri di quanto rilevato. Oltre alla 21enne L.N.V. nell’abitazione si trovava P.A.C., anche lei rumena di 23 anni, residente però nel comune di Occhiobello.

In casa sono stati rinvenuti, oltre a una copia del contratto di affitto della casa, intestato alla 21enne, le schede delle sim card relative alle utenze telefonice reperite sul sito di annunci, nonché il contratto di inserzione pubblicitaria sul sito con relativa ricevuta, sempre intestato a L.N.V., e materiale vario per esercitare il mestiere più antico del mondo.

Accompagnate al comando per gli atti di rito, in effetti le due hanno ammesso di prestare l’attività e di chiamarsi reciprocamente quando una di loro aveva una richiesta di prestazione a tre. La titolare dell’appartamento risultava comunque la 21enne L. N. V., che dava ospitalità alla ‘collega’ per gli incontri tradizionali. Il listino era di 80-100 euro per gli incontri normali e 150-200 euro per quelli a tre. Nell’abitazione non sono stati trovati soldi o altri elementi che potessero quantificare realmente il business (avevano appena cominciato quel giorno, quindi il militare era presumibilmente il primo “cliente”), ma stimando che avessero anche un solo incontro a testa al giorno, ecco che il conto salirebbe a circa 6000 euro al mese.

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