L’attesa era tutta per la tenuta dei materiali usati. E invece quello che colpisce di più nelle conclusioni depositate dall’ingegner Vincenzo Marinelli nella sua consulenza eseguita su incarico della procura, sono le spese aggiuntive, e non giustificate, che l’ospedale di Cona ha dovuto sopportare in fase di esecuzione dei lavori.
Ma partiamo dai materiali. Per quanto riguarda la verifica solai, “gli spessori di estese porzioni delle solette dei blocchi 33-34-35-37 e 38 sono risultati inferiori al minimo di norma” (pari a 4 cm anziché 5). In caso di sisma, comunque, i correttivi effettuati “a seguito del ridotto spessore della soletta garantirebbero la rigidezza”. Sarà necessaria, avverte il consulente, una ulteriore verifica prima del collaudo.
I pilastri in acciaio hanno passato l’esame, grazie all’intervento di rinforzo eseguito “in conseguenza degli errori commessi dall’impresa concessionaria durante i lavori”.
Per quanto riguarda il materiale utilizzato per la costruzione del cd diaframma, il calcestruzzo utilizzato “è risultato conforme in relazione alle caratteristiche di resistenza”, ma non è “conforme ai requisiti” previsti dalla normativa in materia. La realizzazione sarebbe carente anche per quanto riguarda il sistema di impermeabilizzazione.
In particolare, sottolinea Marinelli, “uno dei due produttori e fornitori di calcestruzzo (la Calcestruzzi spa) ha fornito una parte del prodottto che non è conforme alle prescrizioni di capitolato” (risparmiando circa 116mila euro).
Quanto al quesito posto dalla pm Patrizia Castaldini, in merito alla stabilità sismica della struttura a tutela del’incolumità pubblica, “in fase esecutiva sono stati commessi diversi errori rilevanti che hanno comportato una serie di interventi correttivi”. Ora “è indispensabile procedere a una valutazione della sicurezza per ciascun blocco”.
Il consulente della procura non si esprime sulla questione se le opere siano state pagate più volte dall’ente pubblico, a causa della “difficoltà di verifica delle lavorazioni contabilizzate”.
Quanto alla progettazione esecutiva elaborata dal concessionario, questa risulta “incompleta” a livello architettonico, strutturale e di impianti meccanici. Manca inoltre delle previste autorizzazioni di legge (ossia il parere di conformità dei vigili del fuoco) e “non risponde alle prescrizioni contrattuali, normative e regolamentari”.
Vengono poi i costi in più che si dovranno sostenere per veder finalmente conclusa l’opera. E non sono pochi. Sono stati individuati infatti 17 prezzi anomali, che comporteranno una spesa ingiustificata di oltre due milioni di euro.
Altri 960mila – sempre ingiustificate – derivano dalle perizie di variante e suppletiva n.2 (per adeguare la struttura). Le varianti 3,4 e 5, invece, comportano una maggior spesa di oltre 21 milioni di euro.
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