Renazzo. Saranno due processi con le stesse parti che si scambieranno i ruoli. Da un parte Edoardo Tura, 22 anni, rinviato a giudizio per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Dall’altra c’è il pubblico ufficiale, il brigadiere Daniele Sabino, che ha chiesto il rito abbreviato per difendersi dall’accusa di lesioni aggravate e violazione di domicilio.
La storia risale a metà di gennaio di quest’anno. Sono le 4 di mattina quando– secondo la versione del ragazzo, Edoardo Tura, 21 anni (versione confermata dal padre che asseriscono di aver assistito alla scena – il 21enne viene arrestato da una pattuglia dell’Arma.
Il ragazzo, a quell’ora, si trovava in macchina con alcuni amici e l’auto viene fermata dai carabinieri nei pressi di un forno a Renazzo. Al conducente viene fatto l’alcoltest, al quale risulta negativo. Edoardo scende e si avvia a prendere la propria auto per andare a casa, poco distante. Arrivato a destinazione parcheggia l’auto nel cortile e, mentre sta per rientrare in casa, si vede uno dei due militari che l’avevano fermato prima quando era in compagnia, puntargli contro una pistola e gridare “dov’è la cocaina?”.
A questo punto sarebbero seguiti attimi concitati che sarebbero sfociati con la resistenza a pubblico ufficiale da parte del giovane. Una volta bloccato, però, il carabiniere l’avrebbe colpito – secondo la versione del 21enne – alla testa con il calcio della pistola.
Il tutto sarebbe avvenuto di fronte al padre che assisteva esterrefatto alla finestra. Gli stessi sarebbero scesi in cortile per chiedere spiegazioni, invano. Il loro figlio verrà portato in caserma e arrestato per resistenza e successivamente rilasciato su disposizione del pm di turno.
Il ragazzo si farà medicare in seguito al pronto soccorso dell’ospedale SS. Annunziata di Cento. I medici gli prescriveranno una prognosi di 7 giorni per una ferita lacero-contusa al capo. Anche il militare che ha eseguito l’arresto è dovuto ricorrere alle cure sanitarie. Per lui la prognosi è stata di 25 giorni.
Tutt’altra invece la versione dell’Arma: il ragazzo non sarebbe stato arrestato a casa davanti ai genitori e i motivi del provvedimento sarebbero dovuti proprio alle sue “escandescenze”.
La pm Mariemanuela Guerra ha indagato entrambi dopo le prime indagini. Ora la sorte dei due sarà decisa in due distinti processi. Quello che vede imputato Tura si aprirà il 21 aprile. Qui Il carabiniere si è costituito parte civile, assistito dall’avvocato Alberto Bova.
L’altro, con imputato Sabino, si terrà il 14 dello stesso mese. Parti civili sono Edoardo, difeso dall’avvocato Fabio Anselmo, il padre, assistito da Alessandra Pisa e il fratello minore da Carlotta Gaiani. La scelta del rito premiale, che consente in caso di condanna la riduzione di un terzo della pena, “deriva dal fatto – spiega Bova – che negli atti c’è già la prova che il carabiniere ha agito con correttezza e secondo la legge”.
Anselmo invece non vede “l’ora che inizi il processo, con il dibattimento pubblico, quello a cui l’altra parte, viceversa, non ha voluto arrivare”.
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