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23 Dicembre 2022
La mostra racconta il profondo legame con gli avvenimenti, le persone e la storia della città

A Palazzo Roncale ‘Rugby. Rovigo, città in mischia’

di Redazione | 4 min

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Athesis Associazione Culturale – Museo Veneto Fotografia, tratto dal libro Cuor di rugby ‘70 a cura di Graziano Zanin con la collaborazione di Giovanni Casna, Massimo Rizzato e Roberto Roversi)

Al centro della mostra Rugby. Rovigo, città in mischia a Palazzo Roncale vi è non tanto la storia sportiva della società rodigina del rugby, bensì il profondo legame con gli avvenimenti, le persone e la storia della città di Rovigo. Dal 1935 il rugby regala emozioni indimenticabili ed è motivo di unione e di pregi che si sono riverberati anche all’interno della comunità cittadina e del Polesine, oltre ad influenzare positivamente la percezione di questo territorio a livello nazionale e internazionale. La mostra diventa, così, un’occasione per trasmettere la storia dell’unicità di questo fenomeno sportivo ma anche sociale, all’insegna dell’inclusività e dell’accoglienza, parti essenziali dello sport, dentro e fuori il campo da gioco.

Le radici del rugby a Rovigo affondano del quartiere di periferia di San Bortolo, descritto da Toni Cibotto in Rovigo città di campagna “cinque strade di case umide e slabbrate, formicolanti di gente, raggruppate intorno a una vecchia chiesa”, dove giocare a rugby per le strade divenne un vero e proprio rituale sociale, nato in un gruppo di giovanissimi ragazzi che si divertivano a giocare spontaneamente fra di loro. È in Dino Lanzoni, giovane studente di medicina all’Università di Padova, che si riconosce la paternità del rugby a Rovigo.

San Bortolo, anni Cinquanta

Lanzoni scoprì il rugby da alcuni colleghi studenti inglesi al Gruppo Universitario Fascista di Padova già nel 1935 e, da lì, portò il gioco della palla ovale a Rovigo, mettendo assieme la prima squadra, tra i quali si distinse, fin da subito, un giovanissimo Mario “Maci” Battaglini. Maci era destinato a diventare un’istituzione, a cui lo stadio “Mario Battaglini” è dedicato. Fu uno dei giocatori-simbolo di Rovigo, che dal 1937 giocò con la Gil – la Gioventù italiana del Littorio – che fece definitivamente innamorare la città del rugby. Fu il primo rodigino a giocare nella nazionale e il primo a giocare all’estero, in Francia, per poi tornare a Rovigo come allenatore negli anni Cinquanta. Ma Maci era noto anche come il “gigante buono” per i bambini della città, con il suo ruolo da bidello alle scuole elementari. Un uomo, un atleta, a cui tutti i tifosi, e non, sono affezionati.

Luciano Pavanello, San Dona’ vs Rovigo, 9 ottobre 1976 – Athesis Associazione Culturale – Museo Veneto Fotografia, tratto dal libro Cuor di rugby ‘70 a cura di Graziano Zanin con la collaborazione di Giovanni Casna, Massimo Rizzato e Roberto Roversi)

“Capita di andare all’estero e, alla domanda “da dove vieni”, sentendo il nome Rovigo gli occhi dell’interlocutore si illuminino. Soprattutto se sei in vacanza in zone dove il rugby è popolare.” racconta Ivan Malfatto, che con Roberto Roversi e Antonio Liviero ha curato la mostra di Palazzo Roncale. Infatti, il rugby ha reso Rovigo e il Polesine noti anche a livello internazionale, oltre che sede di importanti momenti di gioco e luogo in cui molti giocatori stranieri si sono sentiti a casa. In mostra sono ricordati, infatti, allenatori e giocatori stranieri come: Alex Penciu, primo giocatore straniero; Carwyn James, ricordato come il più grande allenatore di rugby, l’innovatore francese Julien Saby e i grandi giocatori sudafricani Dirk Naudé, Naas Botha ed Emilio Tito Lupini.

La Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo ha dedicato a Palazzo Roncale una mostra che racconta la storia del legame affiatato tra il rugby e la città di Rovigo.

Un racconto sul rugby come spirito di squadra e unione, che viene introdotto dal drammaturgo Marco Paolini, con la sua inconfondibile ironia, nello spettacolo Aprile ’74 e ’75, proiettato all’inizio della mostra, accogliendo fin da subito il visitatore tra gli spalti dei Bersaglieri.

All’insegna della multimedialità, la mostra “Rugby. Rovigo, città in mischia”, presenta, in chiusura, un’installazione video comprendente le oltre cento interviste realizzate tra le vie del centro città di Rovigo a cittadini e passanti di ogni età o provenienza, tifosi e non, che raccontano, dal loro punto di vista, cosa significa il rugby per Rovigo. Un approccio anticonvenzionale che invita i visitatori a riconoscersi o a riconoscere amici e conoscenti, con lo scopo di essere ulteriore motivo di aggregazione.

Info per la visita a Palazzo Roncale

​​La mostra “Rugby. Rovigo, città in mischia” è aperta tutti i giorni fino al 29 gennaio 2023, a ingresso gratuito.

Palazzo Roncale apre al pubblico in occasione della mostra 

dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 19

sabato, domenica e festivi dalle 9 alle 20.

Non è necessaria la prenotazione.

 

Mostra curata da Ivan Malfatto, Roberto “ Willy” Roversi e Antonio Liviero. Da un’idea di Sergio Campagnolo.

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