Lettere al Direttore
9 Dicembre 2022

Le assurde preoccupazioni sui tetti delle chiese

di Redazione | 2 min

Nei sindacati italiani mancano personalità capaci di strabiliare il mondo. Ma a Ferrara, luogo dove le opinioni diventano facilmente sillogismi, ci sono sindacalisti da Guinness dei primati dediti a rielaborare vecchi concetti, perfezionandoli, con risultati che possono essere sintetizzati così:

– I datori di lavoro sono antipatici, tollerabili solo se datori di buoni stipendi.
– L’ininterrotta necessità di denaro per continuare a pagare gli stipendi è un non-problema.
– Solo degli oscurantisti medievali sprecano risorse per riparare chiese destinate esclusivamente all’esercizio pubblico del culto.
L’Arcivescovo Perego, forse non pratico di sindacalese, informando i sindacati indigeni di voler cedere alla Coop Serena di Ferrara la gloriosa Casa di Cura e Riposo ‘Betlem per chi soffre’ afflitta da disastrosi bilanci, ha dato l’impressione dell’elefante nella cristalleria, e peggiorato l’indice di
gradimento manifestando contestualmente il desiderio di riparare i tetti di alcune chiese!

Un Arcisuperficiale, insomma: come si può, pur gravati da contabilità insostenibili, trascurare che i dipendenti di Betlem passerebbero dal contratto Agidae attuale a quello meno remunerativo delle cooperative sociali? E per quali futili motivi i tetti delle chiese meritano più attenzioni
dell’intangibilità degli stipendi dei lavoratori?!

Eppure dovrebbe esser ben chiara la doverosa fedeltà alla tradizione dei sindacati, che li costringe a rifiutare gli eventuali esuberi fra i dipendenti Betlem resi possibili dalle maggiori efficienze della Coop Serena, oltre a qualsiasi riduzione di stipendi nel cambio dei contratti di lavoro! Perché i diritti acquisiti sono sacri. Per difenderli si è disposti a lottare: meglio lasciar andare in malora Betlem coi suoi debiti e veder crollare in macerie i tetti delle chiese, che cedere sui livelli retributivi raggiunti.

La questione, filosofica, richiede ovviamente sacrifici, compensati comunque dall’entusiasmante coinvolgimento che il classico ‘Armiamoci e Partite’ riesce sempre a stimolare! A consolazione degli ospiti e dipendenti di Betlem. E dei russi inviati in guerra da Putin.

Paolo Giardini

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