Politica
8 Dicembre 2022
I senatori interrogano i ministri di Ambiente e Interno: "Legittime le preoccupazioni di chi teme che con il pretesto dell'ex casema si realizzi un'imponente operazione edilizia". E chiedono spiegazioni sul caso Arquà: "Il progetto approvato in consiglio per un voto senza di lei dopo la sentenza che la reintegrava"

I Verdi portano Fé.Ris al Senato, interrogazione a Fratin e Piantedosi

di Redazione | 3 min

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Aurora Floridia

Tino Magni

Il caso Fé.ris approda al Senato tramite un’interrogazione a risposta scritta ai ministri dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin e dell’Interno Matteo Piantedosi depositata dai senatori del gruppo misto in quota Alleanza Verdi e Sinistra Aurora Floridia e Tino Magni, i quali chiede spiegazioni sia sul merito ambientale del progetto – che vuole la costruzione di un ipermercato e di un parcheggio nei pressi della mura di via Caldirolo in aggiunta alla riqualificazione in studentato dell’ex caserma Pozzuolo del Friuli – che sul metodo di approvazione dell’accordo di programma in consiglio comunale alla luce della mancata partecipazione dell’ex consigliera Rossella Arquà, non ancora reintegrata nell’assise nonostante la già sopraggiunta sentenza del Consiglio di Stato in tal senso.

“A far discutere”, scrivono i due senatori, è “la realizzazione di nuova area commerciale a ridosso delle mura cittadine, che ha provocato la ferrea obiezione delle associazioni ambientali operanti sul territorio, le quali rilevano numerose criticità nel progetto e hanno evidenziato irregolarità nel procedimento di approvazione”, perché “sembrerebbe che nella bozza di accordo, sottoscritta dall’amministrazione comunale con una società privata, si evincerebbe l’impegno del soggetto privato in ordine alla rigenerazione del comparto delle caserme di via Cisterna del Follo, irrisolto da decenni, recuperandolo ad usi privati (studentato, abitazioni e attività commerciali)”. Inoltre “si prevede la realizzazione di una quota di parcheggi pubblici da realizzarsi in area extra mura, precedentemente acquisita dal medesimo soggetto privato, ancora vincolata ad area verde secondo il vigente piano regolatore”.

L’accordo, proseguono Magni e Floridia, “condiziona i punti precedenti alla costruzione di un nuovo ipermercato con superficie di vendita di oltre 3.700 metri quadri in via Caldirolo, anch’essa ad oggi destinata ad area verde dal vigente piano regolatore, quindi del tutto inedificabile” mentre il piano regolatore, “come quelli antecedenti a far data dal 1975, considerava patrimonio intangibile le aree verdi residue, alcune ancora ad uso agricolo, in prossimità del lato est della cerchia muraria”.

Secondo i senatori “sono legittime le preoccupazioni di chi ritiene che con il pretesto di riqualificare alcune zone della città si ottenga di realizzare – su zone attualmente vincolate ad area verde e fronte le mura cittadine – un imponente progetto edilizio costituito sia dai parcheggi che soprattutto, dalla detta grande struttura commerciale”.

Segue poi la vicenda Arquà che si intreccia con l’approvazione dell’accordo di progetto: “A rendere ulteriormente discutibile l’operazione edilizia, anche il fatto che tale progetto sia stato approvato in consiglio comunale per un solo voto di differenza e che in occasione della seduta citata sia stata impedita la partecipazione di una consigliera comunale – palesemente contraria al progetto e che quindi avrebbe votato in senso avverso ad esso – la quale aveva ottenuto dal Consiglio di Stato un provvedimento di annullamento delle proprie dimissioni. In particolare infatti, si apprende che con sentenza n. 9913/2022 il Consiglio di Stato, su ricorso della citata consigliera Arquà, ha annullato la deliberazione consiliare del 28 giugno 2021, p. g. n. 72252, con la quale il Consiglio comunale di Ferrara, dando atto delle dimissioni della Arquà dalla carica di Consigliere comunale, aveva disposto la surroga della stessa”.

“Lo stesso provvedimento”, ricordano i depositari, “ha disposto altresì, in conseguenza di tale annullamento, che la consigliera Rossella Arquà dovesse essere reintegrata nella sua carica di consigliera in seno al Consiglio Comunale di Ferrara”, e “a tale provvedimento il sindaco e la giunta comunale non hanno inteso dare seguito e proprio nel periodo in cui alla consigliera Arquà non è stato consentito l’accesso al consiglio comunale è stata approvata la discutibile delibera riguardante il progetto c.d. ‘Fe.Ris'”.

Ai ministri dell’Ambiente e dell’Interno Floridia e Magni quindi chiedono “se siano a conoscenza della vicenda in narrativa; quale provvedimenti intendano adottare, affinché venga ripristinata la legalità dell’attività del consiglio comunale di Ferrara e se non intendano intervenire per tutelare dalle speculazioni edilizie l’area di alto pregio ambientale, storico e artistico circostante le mura estensi”. 

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