Attualità
30 Novembre 2022
Sorprende Comacchio al 26esimo posto con con un valore aggiunto al Pil comunale portato dal turismo di 434.710.142 euro, pari allo 0,49%

Comuni che creano ricchezza col turismo, Ferrara fuori dalla top 100 nazionale

di Redazione | 3 min

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Nonostante gli investimenti in eventi, festival e campagne pubblicitarie da parte dell’amministrazione Fabbri, la top 100 dei Comuni italiani, che da nord a sud creano ricchezza grazie al turismo, lascia fuori Ferrara.

È quanto rivelato dallo studio “La ricchezza dei comuni turisticiRanking secondo la creazione di valore aggiunto” preparato da Sociometrica tramite l’elaborazione dei dati Istat, che rivela la forza reddituale che può mettere in campo un distretto turistico, tant’è che la classifica evidenzia la ricchezza che resta sul territorio quando fa sistema.

È il caso del Comune di Comacchio che, a differenza del capoluogo di provincia estense, si posiziona al 26esimo posto nella graduatoria, con un valore aggiunto al Pil comunale di 434.710.142 euro, pari allo 0,49%.

I primi quattro posti assoluti sono invece occupati da Roma con circa 7,6 miliardi di euro, Milano con circa 3,5 miliardi, Venezia che supera di poco i 3 miliardi e Firenze con poco più di 2,8 miliardi, tutte e quattro storiche città d’arte.

In Emilia-Romagna spiccano su tutte Rimini e Bologna, rispettivamente quinta e undicesima nella classifica, seguite da Riccione, Cervia e Cesenatico (rispettivamente 18esima, 19esima e 20esima) per il turismo balneare lungo la riviera romagnola, oltre a Ravenna (21esima), Bellaria Igea Marina (29esima) e Cattolica (38esima).

Per conoscere meglio la metodologia operativa di Sociometrica per questa indagine, è bene sapere che la stima del valore aggiunto dei singoli comuni italiani parte dall’esame del conto satellite generale del turismo italiano così come definito dall’Istat. Da lì, sono poi stati considerati i dati relativi a 3.390 comuni, tutti quelli che l’Istat segnala come comuni ‘turistici‘, ovverosia comuni in cui è presente almeno una struttura ricettiva di qualunque tipo.

In Italia i comuni nel complesso sono 8.992, perciò i comuni turistici in senso statistico rappresentano il 41,9% del totale. Dai 3.390 comuni è stata concentrata l’attenzione sui dati dei primi 500 comuni più rappresentativi, che nel complesso rappresentano l’83% del valore aggiunto turistico nazionale. In un secondo momento – si legge nel report – la ricerca è stata limitata ai primi 500 comuni per tre motivi: rappresentano la stragrande maggioranza del movimento turistico, si eliminano i dati “outlier”, cioè valori degli indicatori “abnormi” dovuti però solo al numero estremamente basso di abitanti del comune o altre aporie statistiche e si concentra la significatività dei confronti.

Per ciascuno dei 500 comuni più turistici è stato così calcolato il valore aggiunto attraverso le seguenti variabili: tutte le informazioni di carattere turistico, ad esempio gli arrivi e le presenze per comune, la consistenza dell’offerta turistica, sia alberghiera che extra-alberghiera; una stima delle presenze turistiche non ufficiali; alcune statistiche di base, come la popolazione e la tipologia turistica del comune; alcune informazioni di carattere economico pro-capite, come il numero dei contribuenti, il numero dei contribuenti con un reddito pari o superiore a 55 mila euro; le statistiche economiche sulle unità locali (imprese) su base sempre comunicale.

Successivamente, lavorando con i dati comunali, è stato infine creato un ranking dei comuni turistici, ovvero una classifica calcolata sulla base della loro performance turistica nel 2019, nel 2020 e nel 2021, facendo poi una stima per l’anno 2022 basato sui dati Istat dal gennaio ad agosto incluso e sulle stime per i restanti quattro mesi. Le stime dei quattro mesi finali sono state realizzate considerando lo scarto mese per mese del 2022 rispetto al 2019 (anno più rappresentativo rispetto al biennio 2020 e 2021 per l’emergenza Covid).

È stata perciò considerato la distanza per ciascun mese 2019-2022, calcolando la media mobile dei primi otto mesi e proiettandola per i quattro mesi precedenti. Per prudenza, è stato stimato – afferma Sociometrica – che il suo andamento fosse nella media degli ultimi quattro mesi rilevati dall’Ista (maggio- agosto), pur avendo segnali che a settembre, ottobre e la prima settimana di novembre il recupero rispetto al 2019 sia stato maggiore di quello dei primi otto mesi dell’anno.

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