Carife, sette anni dopo
Il Movimento Risparmiatori Traditi chiede di inserire nella legge di bilancio la ridistribuzione dell'avanzo Fir
Era il 22 novembre 2015, esattamente sette anni fa, quando una scure si abbassò sulla testa di oltre 30mila tra azionisti e obbligazionisti di Carife. E oggi, assicura Giovanna Mazzoni a nome del Movimento Risparmiatori Traditi, “siamo sempre più sconcertati”.
Mazzoni, una delle pasionarie delle proteste contro il bail in anticipato di quell’anno, ricorda che “non si sa chi ha preso soldi a prestito e non li ha restituiti alla nostra banca, sappiamo che Banca Etruria era decotta, mentre Carife non era in bancarotta, ma “qualcuno” l’ha fatto credere all’Europa”.
La portavoce ricorda la lenta dipartita della banca locale, alla fine comprata per 1 euro nel 2017 da Bper, che “macina profitti senza mai far riferimento a quanto è entrato nel suo patrimonio senza lavorarci”.
“Chi di noi Azzerati ha fatto domanda al Fondo Interbancario Tutela Depositi (circa 3000 persone) e al Fondo Indennizzo Risparmiatori ( 18.000 azionisti e obbligazionisti) ha recuperato qualcosa – ammette Mazzoni -, in un lustro di leggi, promesse in campagna elettorale e silenzio nell’ultima tornata di elezioni politiche: i soliti noti candidati di lungo corso e di corso accelerato si son ben guardarti dal rievocare la pagina vergognosa del sistema politico bancario, dato che “speculatori e babbei” hanno già avuto il contentino, minimo per quelli non a forfait, e devono dimenticare che ci sono altri 500 milioncini da ripartire”.
Il Movimento lo scorso 14 novembre ha scritto al Governo, al Mef “e a tutta la politica” di “fare chiarezza e che venga prevista nella legge di bilancio per il 2023 la ‘doverosa promessa’ della ridistribuzione dell’avanzo Fir agli aventi diritto. Noi non scordiamo, il nostro ritorno in Piazza sarebbe più che giustificato”.
“A questo settimo anniversario – ricorda la risparmiatrice ferrarese – tanti amici di sfilate, di manifestazioni, di proteste e di interviste non ci sono più, consumati dall’età, ma più spesso dallo scoramento per l’offesa subita, somatizzata in malattia. Venerdì 18 è mancato Luca Lolli, un po’ ferrarese, molto argentano e un po’ bolognese, grande regista delle nostre battaglie, animate dal comitato No Salvabanche, che hanno allertato i responsabili dell’incommensurabile danno arrecato alla provincia di Ferrara e oltre”.
“Molti giornalisti che ci hanno accompagnato in questo settennio – conclude Mazzoni – si sono meravigliati a vedere questa folla di truffati anziani, di ogni ceto, diventare un’orda recriminante, un palcoscenico di storie drammatiche che svergognavano chi aveva causato tanto ingiusto e ingiustificabile danno. Luca Lolli ci ha insegnato che il proprio diritto va difeso, con competenza e verità, tutti insieme, anziani e giovani che costruiscono la Storia. Ci uniamo alla sua grande famiglia nel lutto per la perdita del nostro amico Luca”.