Cronaca
17 Novembre 2022
Le indagini dei carabinieri inchiodano un operaio di 31 anni di Comacchio. Dna e descrizioni delle vittime combaciano

Lidi ferraresi, arrestato il violentatore delle giovani turiste

di Redazione | 4 min

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Comacchio. Aspettava che fossero sole, possibilmente in zona boschive e isolate. per poi entrare in azione. Aggrediva giovani turiste, anche minorenni, alle spalle, con il volto coperto da un fazzoletto, per poi fuggire in sella a una mountain bike.

Ora, attraverso una serie di indagini i Carabinieri hanno trovato un volto e un nome al violentatore seriale che la scorsa estate ha terrorizzato i lidi ferraresi.

Sono tre gli episodi, avvenuti sempre con lo stesso modus operandi, denunciati ai carabinieri, che proprio questa mattina hanno arrestato E.R. comacchiese, 31enne, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Ferrara.

Il primo episodio risale allo scorso 17 maggio. Una giovane turista viene aggredita da uno sconosciuto al Lido degli Scacchi, nel retro spiaggia “Jacaranda”. Qui stava passeggiando con il proprio cane. Nelle orecchie gli auricolari per ascoltare musica. Lo sconosciuto la prende alle spalle e, dopo averla bloccata, cerca di violentarla. La vittima riesce a liberarsi un attimo dalla presa dell’aguzzino, e cerca di scappare. Ma lui la raggiunge e la immobilizza contro un albero. Solo le urla disperate della ragazza riescono a farlo smettere. Mollata la presa, l’uomo fugge nella boscaglia. I carabinieri raccolgono la descrizione dell’uomo, anche se aveva agito con il volto coperto: corporatura, possibili segni particolari, vestiario.

Il secondo episodio risale al 3 luglio, questa volta a Lido delle Nazioni. La vittima ha appena 13 anni. È una turista tedesca. Anche lei stava passeggiando in pineta. Viene aggredita e trascinata nella boscaglia dallo sconosciuto. Lui le toglie i vestiti e la palpeggia. Al termine della violenza, la giovanissima vittima riesce a divincolarsi e scappa con i vestiti strappati verso il bungalow dei genitori, che danno l’allarme. Nella lotta contro lo stupratore la tredicenne aveva riportato contusioni e verrà medicata presso il pronto soccorso pediatrico di Cona.

In questo caso, oltre alla descrizione dell’aggressore, gli investigatori sequestrano gli indumenti della giovanissima vittima ed eseguono dei tamponi sulla sua pelle, per raccogliere eventuali tracce genetiche lasciate dall’uomo. Tutti i reperti vengono inviati al Reparto Investigazioni Scientifiche (Ris) di Parma, per l’estrapolazione di profili genetici.

Pochi giorni dopo avviene il terzo episodio. È il 31 luglio, a Lido di Spina. Una turista italiana di 24 anni viene assalita alle spalle mentre, nel retrospiaggia, stava raccogliendo delle more dai rovi. In questo caso l’uomo. La reazione della ragazza è decisa: riesce ad allontanarlo e inizia a urlare chiedendo aiuto, al punto che lo stupratore decide di fuggire, in sella ad una mountain bike.

La ragazza vede sopraggiungere alcune persone in suo aiuto e insegue l’aggressore, riuscendo ad afferrarlo per il collo della maglietta, che si strappa. Anche in questo caso i Carabinieri, oltre a raccogliere le dichiarazioni e le descrizioni della vittima e dei testimoni, prelevano dei reperti genetici sotto le unghie della vittima che vengono inviati al Ris di Parma.

Le indagini dell’Arma, coordinate dalla procura della Repubblica di Ferrara, hanno portato a circoscrivere i sospetti intorno a un operaio della zona, appassionato cicloamatore che, per aspetto e caratteristiche fisiche, corrispondeva alla descrizione fornita dalle vittime.

Dagli ulteriori accertamenti sulle celle che agganciano i cellulari, gli inquirenti hanno verificato che l’uomo era effettivamente presente nelle zone dove ha colpito lo stupratore nel momento stesso delle aggressioni.

I Carabinieri di Comacchio hanno anche sequestrato gli indumenti dell’uomo e prelevato il suo Dna.

Le vittime, oltre a riconoscere nell’indagato la persona che le aveva aggredite, hanno riconosciuto anche i capi di abbigliamento che indossava in quel momento la persona che le aveva aggredite.

Ulteriore conferma dei sospetti è arrivata dagli esiti delle comparazioni dei profili genetici estrapolati dal Ris. Il Dna del 31enne era presente sul corpo e sugli indumenti di almeno due delle vittime.

“Si tratta di indizi che assumono valenza di prova – scrive il gip nell’ordinanza -, nel senso di stabilire un rapporto diretto e univoco tra vittime e indagato non altrimenti spiegabile se non nel contesto dell’aggressione descritta dalle prime”.

Ora E.R. si trova in carcere a Ferrara, a disposizione dell’autorità giudiziaria.

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