Cronaca
10 Novembre 2022
Dopo la modifica ‘al ribasso’ del capo A dell'imputazione tutti gli imputati scelgono l'abbreviato

Crac Capa, si decide a dicembre

di Daniele Oppo | 2 min

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Si decide tutto il 12 dicembre per quanto riguarda l’intricato crac di Capa Ferrara, la cooperativa di agricoltori fallita nel novembre del 2016 con un rosso da 30 milioni di euro.

Dopo le conclusioni della perizia ordinata dal giudice dell’udienza preliminare Vartan Giacomelli, il pm Stefano Longhi ha rivisto il capo A dell’imputazione, quello più grave e alla base dell’impianto accusatorio, in merito alle operazioni di acquisto degli impianti di biogas Energy Tre ed Energy Quattro di Bondeno. Il perito aveva spiegato come l’operazione non fosse stata sconsiderata, quel che rimane nell’imputazione è la bancarotta dissipativa dovuta al prezzo di acquisto finale, ritenuto di 1,5 milioni di euro eccessivo rispetto agli accordi formalizzati, per Energy Quattro (fissato a 2,5 milioni).

Tutti gli imputati per tale capo – anche chi aveva già raggiunto l’accordo per il patteggiamento e scelto in precedenza di discutere l’udienza preliminare e affrontare un processo ordinario – hanno scelto ora il rito abbreviato: si tratta dei consiglieri del CdA Fabrio Corazza, Andrea Costa, Carlo Fontan, Guido Malavasi, Matteo Negretto, Ottavio Orsini, Luigi Pancaldi e Riccardo Sartori; del direttore generale Alessandro Zucchi e del consulente amministrativo di Capa Enrico Gessi.

Con loro, il 12 dicembre verranno formalizzati gli altri patteggiamenti e il giudice deciderà anche in merito alle 18 richieste di archiviazione avanzate dalla procura e opposte dal curatore fallimentare.

 

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